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QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Regioni e Asl

Puglia cancella l’obbligo di esclusività con il Ssn per i primari. Fp Cgil Medici: “Una vergogna”

immagine 17 gennaio - Il vincolo di esclusività per essere primari, previsto dalla legge Bindi del 1999, era stato successivamente eliminato nel 2004 lasciando, tuttavia, alle Regioni la possibilità di legiferare in materia. La strada scelta dalla Puglia fino ad oggi era stata quella dell’obbligo di esclusività. Ma ora "quale interesse potrà avere il Direttore in extra di privilegiare l’attività istituzionale rispetto a quella privata?”, si domanda la Fp Cgil Medici, secondo cui si rischia “la privatizzazione totale”. Annunciata la mobilitazione “per cancellare questa ignominia”. LA LEGGE
“Con un colpo di mano (anzi di manina), la Regione Puglia ha dato il via libera all’attività privata dei primari in extramoenia senza alcun controllo”. “Anni di polemiche contro l’Alpi, ritenuta l’unica causa dei tempi d’attesa (qualcuno ci ha costruito sopra una carriera politica),dimenticandosi dell’attività privata di chi è in extramoenia, proposte e disegni di legge regionali ,regolamenti(tutti da rivedere e modificare !) per rendere più  trasparente l’Alpi, spazzati via da quattro righe”. Così Antonio Mazzarella, coordinatore Fp CGIL Medici e Dirigenti Sanitari Puglia, commenta l’articolo 44 della ”Legge di assestamento e variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2019 e pluriennale 2019-2021” (LR 30/11/2019 n.52) che consente ai direttori di struttura semplice e complessa delle aziende ospedaliere di optare per la non esclusività di rapporto e conservare la direzione della struttura .

“La legge Bindi (la 229 del 1999) - ricorda il sindacato -, consentiva, a chi avesse scelto l’esclusività di rapporto con il SSN, di poter svolgere attività privata controllata, però, dalle aziende(attività libero professionale intramoenia o A.LP.I.) sia all’interno degli spazi aziendali o, in mancanza, presso i propri studi privati ma sempre sotto il controllo aziendale. Ai medici che avessero optato per la  non esclusività di rapporto era consentito di poter fare attività privata (extramoenia) senza particolari restrizioni e controllo aziendale rispetto all’alpi  ma si precludeva la nomina a Direttore. Ci pensò Berlusconi nel 2004 a garantire la direzione delle strutture anche ai medici in extramoenia. Successivamente la legge  è stata ulteriormente modificata, all’italiana, nel senso che si è delegata ogni Regione a legiferare al riguardo. Nel frattempo norme nazionali (legge 120/2008 e la legge Balduzzi del 2012) hanno ulteriormente precisato limiti e condizioni per poter esercitare Alpi. Ora, con un colpo di mano la Puglia dà il via libera all’attività privata dei primari in extra senza alcun controllo”.

Attualmente infatti, mette in evidenza Mazzarella, “esiste un controllo informatizzato e, quindi tracciabile, dell’intramoenia,in particolare sul rispetto del rapporto tra volumi e i tempi d’attesa di attività istituzionale e quella Alpi, sulle tariffe, sull’orario istituzionale e quello Alpi, sui giorni e il numero di pazienti privati. d’ora in poi chi vigilerà sull’attività dei primari in extra che per norma, non e’ sottoposta a simile controllo? Chi controllerà se il paziente ricoverato è “transitato” prima dallo studio del direttore in extra? Quale interesse potrà avere il Direttore  in extra di privilegiare l’attività istituzionale rispetto a quella privata? E’ questa la risposta pugliese alle liste d’attesa?”.

Per il coordinatore Fp CGIL Medici Puglia “è molto probabile che chi fattura centinaia di migliaia di euro all’anno in Alpi (su cui la regione dimentica che introita il 40%!) sceglierà la non esclusività, liberandosi in un sol colpo delle mille limitazioni imposte all’Alpi, compresa quella economica. Gli assessori e i consiglieri regionali hanno letto l’articolo 44? Sono tutti d’accordo su questa privatizzazione totale? Sconcerta il silenzio assoluto sulla questione (forse perché i voti dei medici fanno comodo a tutto l’arco costituzionale?)”.

Per Mazzarella il rischio è anche quello di garantire il diritto alla salute solo “a chi potrà pagare, mentre agli altri saranno ‘riservate’ le liste d’attesa che sicuramente schizzeranno alle stelle?”

Il coordinatore Fp CGIL Medici Puglia chiede “al Direttore Dipartimento Salute , al Presidente Emiliano e ai Consiglieri Regionali un intervento che ridia dignità a tutto il Consiglio Regionale pugliese ed equità di trattamento ai cittadini pugliesi. Noi ci mobiliteremo immediatamente ,a cominciare dal  prossimo contratto, per cancellare questa ignominia”.
17 gennaio 2020
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