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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl

Covid. Sardegna in zona arancione, Solinas minaccia azioni legali contro il Governo

di Elisabetta Caredda
immagine 28 gennaio - Il presidente della Regione scrive al ministro Speranza per esprimere il proprio disappunto sulla collocazione della Sardegna in arancione. Una decisione che “appare immotivata, e di cui non è possibile individuare con certezza neanche i dati a cui si è fatto riferimento per adottarla”. Ma Ganau osserva: “La Sardegna ha documentato all’iss una incidenza di casi oltre i 50 anni, la presenza di numerosi focolai negli ospedali e nelle Rsa, e il superamento del 30% di occupazione dei posti letto di terapia intensiva. Tre dati che collocavano automaticamente la Sardegna in zona arancione”.
La Regione Sardegna annuncia che “in una lettera inviata ieri in serata al Ministro della Salute Roberto Speranza, il Presidente della Regione Christian Solinas ha chiesto l’immediata modifica dell’ordinanza del 22 gennaio scorso e il ritorno della classificazione gialla per la Sardegna. In caso contrario saranno avviate azioni legali volte ad evitare ogni ulteriore danno ad un territorio già duramente provato dalla crisi”. A comunicarlo è la stessa Regione attraverso una nota.

“La collocazione della Sardegna tra le Regioni ad alto rischio – c’è scritto nella lettera il Governatore -, in ragione dell’incidenza dei contagi per 100 mila abitanti, avrebbe certamente meritato maggiore ponderazione e condivisione, vista anche la mole di provvedimenti statali che le Regioni, con cadenze imprevedibili, sono tenute ad applicare con enormi sforzi interpretativi. Fino al 14 gennaio la Sardegna era saldamente in zona gialla, e proprio il 14 gennaio si è deciso inopinatamente di abbassare sensibilmente le soglie di rischio per l’ingresso in zona arancione, con immediata esecuzione. Proprio a questa collocazione si è vista candidata, a nostro avviso immotivatamente, la Sardegna”.

“I dati immediatamente precedenti a quella data – ha sottolineato il Capo di giunta -, relativi all’incidenza epidemiologica, segnalavano evidenze migliori di molte altre regioni e un trend in miglioramento. La collocazione della Sardegna in arancione, dunque, appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l’ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l’indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali”.

“Nello spirito della leale collaborazione che deve guidare i rapporti tra Istituzioni – ha proseguito Solinas rivolgendosi al Ministro -, le chiedo dunque di modificare l’ordinanza del 22 gennaio. In caso contrario, il dovere di tutelare gli interessi generali della Sardegna mi imporrà di intraprendere ogni azione in favore della mia terra. Per la Sardegna - conclude il Presidente - non è possibile accettare uno scenario così gravemente dannoso”.

Critico il Presidente di gruppo consiliare Gianfranco Ganau (PD), componente commissione Salute e politiche sociali, che sentito da Quotidiano Sanità dichiara: “La zona arancione in Sardegna è stata determinata dell'incapacità della Regione di programmare nei tempi adeguati le risposte all'evolversi dell'emergenza sanitaria. Non corrisponde al vero che ci sia stata una modifica dei parametri di valutazione nella settimana in questione. La Sardegna ha documentato all'Istituto Superiore di Sanità una incidenza di casi oltre i cinquant'anni, la presenza di numerosi focolai all'interno di reparti ospedalieri, rsa e case di cura e il superamento del limite del 30% di occupazione dei posti letto di terapia intensiva. Tre dati che collocavano automaticamente la Sardegna in zona arancione. Cosa che il Ministro non poteva che certificare”.

“Se ci fosse stato un serio monitoraggio dell'occupazione dei posti letto di terapia intensiva – prosegue il Capogruppo -, sarebbe bastato attivare quei letti dichiarati 'immediatamente attivabili', cosa che non è stata fatta, limitandosi a certificare il superamento dei limiti previsti. Quindi la responsabilità non può che essere attribuita all'incapacità della Regione di rispondere all'evolvere della situazione epidemiologica e sanitaria. Bene farebbe il Presidente Solinas a prendere atto della situazione scusandosi e mettendo a disposizione risorse finanziarie per ristorare le attività economiche ulteriormente danneggiate da questa situazione, piuttosto che minacciare improbabili ricorsi a uffici giudiziari che non potrebbero che prendere atto di quanto documentato dagli stessi organi regionali”.

Elisabetta Caredda
28 gennaio 2021
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