Il 2019 per l’Italia rappresenta l’ultimo anno nel quale i farmaci antivirali contro per l’epatite C conserveranno l’etichetta di farmaci ‘innovativi’, e saranno quindi a completo carico del fondo speciale per gli innovativi.
“Dal 2020 le spese per la cura dell’epatite C saranno a carico del fondo ordinario della spesa farmaceutica – denuncia la professoressa
Filomena Morisco, Dipartimento di Scienza degli Alimenti dell’Università di Napoli ‘Federico II’ - e pertanto è dovere di tutti gli stakeholder impegnarsi ad avviare alla cura il maggior numero di soggetti possibile, prima di quella data. Uscendo dalla lista dei farmaci innovativi i farmaci anti-HCV è prevedibile che si andranno a creare problemi di spesa per varie regioni, andando questi antivirali a gravare sulla spesa dei farmaci ordinari”.
Da qui l’allarme degli esperti della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (SIGE) che in una nota stampa diffusa questa mattina invita “a non abbassare la guardia e a proseguire nell’opera di eradicazione dell’HCV”.
Fino ad oggi sono stati
trattati finora oltre 170 mila italiani, “appena un terzo del totale”, sottolinea ancora la SIGE. E infatti, seocndo una recente
valutazione di Epac sarebbero tra i 270 e i 330 mila i pazienti ancora da curare.
Ora, al momento il costo medio dei farmaci è valutabile intorno ai 4.500 euro a trattamento e se si considerano le stime mancano ancora divese centinaia di migliaia di pazienti, di cui nel 2019 se ne potrebbero trattare usando ancora le risorse del Fondo per gli innovativi al massimo 80mila secondo le stime del piano di eradicazione di Aifa del 2017.
Ne rimarrebbero dunque tra i 190 e i 250mila da trattare extra fondo per un totale variabile tra gli 855 milioni e 1,1 miliardi in 3 anni.
Una bella somma che andrebbe tutta a gravare sulla spesa farmaceutica diretta (e quindi sottoposta a payback) da anni già fuori controllo con uno sforamento annuo di quasi 2 miliardi rispetto al tetto programmato. Insomma, una bella gatta da pelare.
Sulla questione abbiamo contattato l’Aifa che conferma l'uscita degli anti HCV in quanto la
normativa sull'innovatività prevedono che il “riconoscimento dell’innovatività ed i benefici conseguenti hanno una durata massima di trentasei mesi. La CTS attribuisce la durata dell’innovatività in relazione alla specifica indicazione al momento del riconoscimento del requisito. La permanenza del carattere di innovatività attribuito ad un farmaco sarà riconsiderata nel caso emergano evidenze che ne giustifichino la rivalutazione”.
L.F.