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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Scienza e Farmaci

Millennial, abbassa il volume! Te lo chiede l’Oms

di Stephanie Nebehay
immagine 13 febbraio - L’Oms richiama l’attenzione dell’opinione pubbica su una tematica solo apparentemente secondaria: la musica che i giovani ascoltano a volume troppo alto e troppo a lungo. L’Unione Europea è l’unica che ha previsto un limite di decibel per i riproduttori audio
(Reuters Health) – Un’intera generazione a rischio sordità per l’uso di riproduttori audio che non limitano i decibel. La generazione è quella dei Milleninal e l’allarme è lanciato dall’OMS. Secondo l’agenzia dell’Onu sono 466 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di una grave perdita dell’udito, una cifra in aumento rispetto ai 360 milioni del 2010 e di cui si prevede quasi un raddoppio a 900 milioni, una persona su 10, entro il 2050.

“Oltre un milione di giovani rischiano di perdere l’udito semplicemente facendo quello che amano tanto fare: ascoltare regolarmente la musica in cuffia sui propri dispositivi”, dice Shelly Chadha, del programma di prevenzione di sordità e perdita dell’udito dell’OMS. L’agenzia sta esortando produttori e legislatori a far sì che che smartphone e altri riproduttori audio abbiano software in grado di assicurare che le persone non ascoltino musica a volume troppo alto o troppo a lungo.

“Ciò che proponiamo sono alcune caratteristiche come la riduzione automatica del volume e il controllo del volume da parte dei genitori di modo che, se si supera il limite, c’è l’opzione che il dispositivo riduca automaticamente il volume a un livello non dannoso per le orecchie”, osserva Chadha.

A questo riguardo solo l’Unione Europea si è espressa, disponendo che i livelli di uscita del volume sui dispositivi audio personali sia fissato a uno standard di 85 decibel, con la possibilità di arrivare a un massimo di 100. “Ora in OMS stiamo lavorando allo sviluppo di un quadro normativo per diversi luoghi di incontro come bar, ristoranti, concerti, palestre, che spesso trasmettono musica a volume elevato e per troppo tempo”, conclude Chadha.

Fonte: Reuters Health News
 
Stephanie Nebehay 
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Nutri & Previeni)
13 febbraio 2019
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