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QS Edizioni - giovedì 25 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Spesa farmaceutica in farmacia. Nei primi sei mesi dell’anno calo dello 0,6% di quella a carico del Ssn. Ma il ticket pesa per il 15,5% 

immagine 9 dicembre - I dati sottolineano che il calo complessivo medio della spesa per medicnali erogati dalle farmacie in convenzione con il Ssn è stato determinato da una diminuzione del -0,3% del numero delle ricette SSN e da una riduzione del valore medio della ricetta (netto -0,3%; lordo -0,4%), conseguente alla diminuzione del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-0,4%). I DATI FEDERFARMA.
“La spesa farmaceutica netta SSN (calcolata al netto di ticket, di sconti e pay back farmacie) ha fatto registrare anche nel periodo gennaio-giugno 2019 un calo del -0,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. Prosegue quindi il trend di riduzione della spesa per farmaci erogati dalle farmacie nel normale regime convenzionale, con un andamento mensile, però, differenziato nell’ambito del semestre e a livello regionale”.
 
Lo rimarca oggi Federfarma annunciando la pubblicazione dei dati del primo semestre 2019.

Nei primi sei mesi del 2019, il calo complessivo medio della spesa è stato determinato da una diminuzione del -0,3% del numero delle ricette SSN e da una riduzione del valore medio della ricetta (netto -0,3%; lordo -0,4%), conseguente alla diminuzione del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-0,4%).
 
Nel primo semestre 2019 le ricette sono state oltre 295 milioni, pari in media a 4,89 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 566 milioni (-0,3% rispetto al 2018). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 9,4 confezioni di medicinali a carico del SSN, di prezzo medio pari a 9,14 euro.
 
“Le farmacie - sottolinea Federfarma - continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel primo semestre 2019 un risparmio di circa 165 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 33 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali”.
 
“A tali pesanti oneri – prosegue la nota di Federfarma - si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel primo semestre 2019 in 93 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nei primi sei mesi del 2019, è stato di circa 291 milioni di euro”.

Federfarma ricorda quindi “che gli sconti per fasce di prezzo posti a carico delle farmacie hanno un carattere progressivo in quanto aumentano all’aumentare del prezzo del farmaco, facendo sì che i margini reali della farmacia siano regressivi rispetto al prezzo”.
 
Le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato SSN (i cui limiti sono stati aggiornati a decorrere dal 1° gennaio 2018) godono di una riduzione dello sconto dovuto al SSN, mentre dal 1° gennaio 2019 sono state esentate dagli sconti le farmacie con fatturato annuo SSN inferiore a 150.000 euro.
 
Le quote di partecipazione a carico dei cittadini sono aumentate dello 0,3% rispetto al primo semestre 2018, mantenendo un’incidenza del 15,5% sulla spesa lorda, con punte che arrivano fino al 19,8% della Campania e al 19,5% del Veneto.
       
Complessivamente – sottolinea Federfarma - i cittadini hanno pagato più di 800 milioni di euro di quote di partecipazione sui farmaci, di cui oltre  il 70% (dato AIFA) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al valore di rimborso, avendo richiesto un farmaco più costoso.

 
La situazione è differenziata a livello regionale. Il calo di spesa è  particolarmente evidente in Abruzzo (-10%), seguito dalla provincia di Bolzano (-3,4%), da Friuli Venezia Giulia (-2,8%) e Veneto (-2,7%).
 
La spesa è invece in aumento in Emilia-Romagna (+1,9%), Lombardia (+1,5%), Basilicata (+1,2%), e Sicilia (+0,9%)
9 dicembre 2019
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