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QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Scienza e Farmaci

Gli anestesisti-rianimatori rispondono alla Fnomceo: “Già oggi siamo costretti a scegliere chi curare. Ora, questo è ammissibile in tempo di ‘pace’ e non lo è in tempo di ‘guerra’?”

di Giuseppe Gristina
immagine 9 marzo - Dopo più di dieci anni di definanziamento del SSN pari a circa 37 MLD di euro e la riduzione del 30% dei posti-letto ospedalieri, trovarsi nella condizione di dover scegliere tra due o più malati quale ricoverare perché il posto disponibile è uno solo, è un evento comune per gli anestesisti-rianimatori. La SIAARTI non ha fatto altro che richiamare la necessità di valutare meticolosamente quei principi di appropriatezza e proporzionalità che sono alla base della nostra professione e che vengono già applicati ogni giorno
Riceviamo e pubblichiamo la lettera indirizzata al pfresidente della Fnomceo Filippo Anelli, da Giuseppe Gristina, Componente Comitato Etico SIAARTI e coautore del documento “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”. La lettera di Gristina è stata approvata dalla Presidenza e dal Consiglio Direttivo della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva – SIAARTI
 
Gentile Presidente Anelli,
dopo aver letto il suo commento sul documento Raccomandazioni di Etica Clinica SIAARTI per l’Ammissione a Trattamenti Intensivi e per la loro Sospensione, in Condizioni Eccezionali di Squilibrio tra Necessità e Risorse Disponibili, avendo partecipato con gli altri colleghi alla sua stesura, vorrei condividere con lei alcune considerazioni.
 
Come è noto, una emergenza drammatica sta mettendo a durissima prova per ora una parte del Paese e già ora l’intero SSN, peraltro da anni in serie difficoltà.
 
La nostra Società Scientifica ha sentito il dovere di essere accanto a tutti gli anestesisti-rianimatori in modo concreto, supportandoli fortemente attraverso la condivisione delle difficili scelte, cliniche e morali, che essi già sono chiamati a fare ogni giorno da settimane. 
 
Non mi dilungo con statistiche ormai estenuanti: è sufficiente l’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal Prof. Antonio Pesenti, anestesista-rianimatore, direttore dell’unità di crisi della regione Lombardia, per far comprendere che non siamo più in una condizione “normale”. D’altronde il codice deontologico da lei richiamato, pur rimanendo il nostro riferimento, non offre soluzioni pratiche a questo disastro.
 
In proposito ritengo doveroso precisare che, proprio in virtù dell’elevata gravità dei pazienti comunemente in carico alle Terapie Intensive o per l’avanzata età media della popolazione italiana unita alla significativa incidenza di una o più comorbilità, non iniziare o sospendere i trattamenti costituisce uno dei dilemmi che frequentemente gli anestesisti-rianimatori sono chiamati a risolvere, come i nostri documenti di raccomandazioni del 2003, 2006, 2013 e 2018 spiegano con chiarezza. 
 
Così, la capacità di effettuare un bilancio oneri/benefici per valutare attentamente l’appropriatezza clinica e la proporzionalità etica, anche in termini di corretta allocazione delle risorse in rapporto alla prognosi, è diventato uno dei cardini della nostra pratica clinica.
 
Pertanto, in una serie casi, in pieno accordo con i familiari del malato, le cure intensive o non vengono avviate o vengono interrotte se già avviate, perché apparirebbero una ingiustificata ostinazione terapeutica.
 
Inoltre, dopo più di dieci anni di definanziamento del SSN pari a circa 37 MLD di euro e la riduzione del 30% dei posti-letto ospedalieri, trovarsi nella condizione di dover scegliere tra due o più malati quale ricoverare perché il posto disponibile è uno solo, è un evento comune per gli anestesisti-rianimatori.
 
Ora, questo è ammissibile in tempo di “pace” e non lo è in tempo di “guerra”?
 
Pertanto è del tutto evidente, che la SIAARTI non ha fatto altro che richiamare all’attenzione dei colleghi sul campo, condividendola, la necessità di valutare meticolosamente quei principi di appropriatezza e proporzionalità che sono alla base della nostra professione e che vengono già applicati ogni giorno. L’epidemia in atto non ha fatto altro che stressare in modo drammatico questo aspetto difficile del nostro lavoro.
 
Nessuno scandalo quindi, e nessun “grido di dolore”, ma un meditato e razionale invito a tenere nel massimo conto la giustizia distributiva e un'appropriata allocazione delle risorse sanitarie qualora le restrizioni divenissero ingovernabili.
 
Vorrei allora cogliere qui l’occasione per sottolineare l’importanza di non isolare, in un momento come questo, chi cerca di indicare regole chiare per coloro che oggi sono in trincea, costretti a dover prendere decisioni difficili dall’epidemia, non dalla SIAARTI.
 
Perché, ci sono medici e infermieri che nelle maxi-emergenze certe decisioni le devono prendere, proprio tenendo conto anche della “maggiore speranza di vita”: è il triage delle maxi-emergenze.
 
Queste scelte dovranno compiersi ancora per molto e proprio per questo rimarranno nella memoria di ciascun medico che avrà combattuto questa guerra, in particolare in quella degli anestesisti-rianimatori.
 
E quando tutto sarà finito moltissime cose andranno ripensate perché nulla sarà più come prima.
 
I cittadini possono aiutarci a compiere queste scelte rispettando rigidamente le regole di sanità pubblica indicate con chiarezza dagli organismi preposti: più il contagio si riduce, meno le scelte saranno complesse e dure per quantità e qualità.
 
Se, al contrario, questa epidemia dovesse sconfinare e invadere l’intero territorio nazionale, il Paese potrebbe essere travolto.
 
In ultimo, duole constatare che da più parti non si sia compreso che proprio per assicurare a tutti i migliori trattamenti si è dato fondo a tutte le risorse disponibili umane, farmacologiche, strutturali tecnologiche e che oggi è proprio questo il problema, non il documento SIAARTI né tanto meno gli anestesisti-rianimatori.
 
Gli anestesisti-rianimatori hanno bisogno di solidarietà signor Presidente, non di richiami alla deontologia: quanto a questa, è ben radicata nelle loro coscienze e lo stanno già dimostrando. Con i fatti.
 
Giuseppe Gristina
Medico, anestesista-rianimatore
Componente Comitato Etico SIAARTI e coautore del documento
 
Il testo della presente lettera è stato approvato dalla Presidenza e dal Consiglio Direttivo della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva – SIAARTI
9 marzo 2020
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