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QS Edizioni - sabato 20 aprile 2024

Regioni e Asl - Sicilia

Sicilia. La provocazione, Capello (M5S): “Meglio disoccupati che lavorare al Pronto soccorso”

immagine 23 marzo - “Là c’è il far west, le condizioni di lavoro, a causa della carenza di personale, sono disumane e le aggressioni all’ordine del giorno”, afferma il deputato dell’Ars facendo l’esempio di Caltagirone, dove la ricerca di medici non produce esiti. Ma lo stesso problema si verificherebbe “in tanti altri posti”. Pronta una mozione per “innescare procedure di reclutamento d’urgenza”.
“Meglio disoccupati che al pronto soccorso”. In Sicilia il consigliere dell’Ars Francesco Capello (M5S) lancia allarme su posti vacanti in “zone di frontiera” a causa di situazioni fuori controllo che si preferiscono evitare, anche perdendo, così, una opportunità di lavoro.

“Solo per fare un esempio – afferma Cappello – possiamo citare il pronto soccorso di Caltagirone, dove i posti occupati sono circa il 50 per cento di quelli previsti in pianta organica: dei 26 medici previsti ce ne sono in servizio solo 10, mentre rispondono all'appello 18 infermieri dei 34 sulla carta. E quello che accade a Caltagirone succede in tantissimi pronto soccorsi siciliani, specie nei più piccoli”.
“Le Asp e le aziende ospedaliere – racconta Cappello - scorrono le graduatorie e provvedono alle chiamate per i Pronto soccorso, ma non ricevono alcuna riposta. Paradossalmente ci sono giovani medici che preferiscono anche rimanere a casa, in attesa di migliori collocazioni, che spesso non arrivano in tempi brevi, piuttosto che scegliere di lavorare in quello che sta diventando una sorta di Far west. Perché di questo si tratta: molti professionisti operano in condizioni disumane e spesso rischiano pure la pelle a causa delle frequenti aggressioni. L’ultimo caso, freschissimo al Vittorio Emanuele di Catania. Così non può continuare”.

Per porre riparo alla situazione il M5S ha elaborato una mozione per impegnare il governo regionale ad attivare urgentemente diverse procedure di reclutamento, anche straordinarie. Tra queste, procedure concorsuali e di mobilità infra ed extra regionale per medici di altri pronto soccorso o di altri camici bianchi compatibili con l’operatività nelle aree di emergenza.

“La cronica carenza di camici bianchi, cui le frequenti chiamate di Asp e aziende ospedaliere non riescono a fare fronte, è confermata da un recente studio di Anaao-Cimo che testimonia come nei pronto soccorso con accessi che vanno dai 30 mila ai 50 mila annui, i vuoti arrivano a sfiorare il 50 per cento della dotazione organica prevista dal decreto assessoriale 1380 del 2015”, spiega Capello.
Un ulteriore risposta la problema per il M5S, potrebbe essere quella proposta da Massimo Geraci, primario del Pronto Soccorso del Civico di Palermo e referente Anaao per l’emergenza secondo cui, per riportare i medici in Pronto Soccorso, si dovrebbe agire sul piano della vocazione e formazione professionale.
“Bisogna creare medici specializzati ad hoc", dice Geraci, interpellato dal M5S. "Il Pronto Soccorso non può essere un posto di ripiego per un cardiologo o uno pneumologo che non hanno trovato spazio altrove. Nel 2008 in 25 università italiane è partita la specializzazione in medicina e chirurgia di accettazione e di emergenza. In Sicilia si è partiti solo lo scorso anno e solo a Catania. I risultati si vedranno solo fra qualche anno”.

“Occorre inoltre – conclude Geraci - potenziare le strutture di PS di risorse organizzative ed umane ed affrontare il problema del ‘boarding’ attraverso una seria rimodulazione della rete ospedaliera, tenendo conto della attuale domanda di ricovero appropriata ma non soddisfatta”.
23 marzo 2018
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