In Italia mancano duemila medici di pronto Soccorso. Nel 2025 la carenza stimata, complessivamente, è di circa 4180 (oltre 300 nella sola Sicilia). E’ un ritratto fosco quello illustrato dalla Simeu (Società Italiana Medicina Emergenza- Urgenza) per la Medicina di Emergenza- Urgenza, “dove la qualità dei servizi ricade tutta sulle spalle di medici e operatori: complici della carenza di personale nei pronto soccorsi, sia i pensionamenti, che le criticità inerenti l’esiguo numero di specialisti formati dalle scuole di specializzazione”. A spiegarlo sono il Presidente regionale Simeu Sicilia,
Antonio Giovanni Versace, ed il direttore UOC MCAU- Ospedale Giovanni Paolo II - Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa,
Giovanni Noto (anche tesoriere dell’ufficio di Presidenza del Consiglio Direttivo della Simeu Sicilia), in occasione del lancio del XVI Congresso Regionale Simeu, dal titolo “Il Pronto Soccorso tra Organizzazione Clinica e Prevenzione, che si terrà a Ragusa Ibla, il 28 e 29 Giugno prossimi, presso l’Auditorium S. Vincenzo Ferreri.
“Accanto a ciò - rilevano Versace e Noto, che è anche presidente Congresso - persistono ancora criticità sul sovraffollamento dei pronto soccorsi, nonostante il decreto emanato dall’assessorato competente. Ciò perché ogni azienda avrebbe dovuto far seguire ad esso il proprio PAGS, ovvero il piano che prevedeva l’individuazione di posti tecnici e, conseguentemente, procedere alla modifica strutturale di parecchi pronto soccorsi, ma ciò non è avvenuto, a fronte della carenza di risorse economiche”.
“Inoltre - concludono Versace e Noto - il decreto sul cd. overcrowding (sovraffollamento) non può, comunque, risolvere il problema a monte, esistente nel nostro Paese, legato al taglio dei posti letto per acuti. Sul punto, in particolare, in Sicilia la media dei posti letto per acuti è sotto quella nazionale: 2,3 /2,5 per mille abitanti, contro il dato di 3 posti letto ogni mille abitanti in Italia, già, a sua volta, ferma sotto la media europea dei 5,2 posti letto ogni mille abitanti. Ciò determina che, nel nostro caso, anche ottimizzando le procedure in pronto soccorso, con consistente contrazione dei tempi, grazie a tale decreto, una volta che i pazienti sono stati trattati, rimane il problema che in assenza di tali posti, non possono essere smistati prontamente e continuano a rimanere in sosta in area di emergenza-urgenza, anche giorni, in attesa che si liberi un posto di degenza”.