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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Studi e Analisi

Oms: “Finora somministrati 9,4 miliardi di dosi di vaccino. Ma in Africa un miliardo di persone non ha ricevuto neanche la prima dose”

immagine 13 gennaio - “Non possiamo porre fine alla fase acuta della pandemia se non collaboriamo per colmare queste lacune” ha detto il Dg Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha poi sottolineato come “la scorsa settimana, più di 15 milioni di nuovi casi di COVID-19 sono stati segnalati all'OMS in tutto il mondo – di gran lunga il maggior numero di casi segnalati in una sola settimana – e sappiamo anche che questa è una sottostima”.
Bilancio funesto quello tracciato oggi dal Dg dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus davanti al Comitato di emergenza (International Health Regulations Emergency Committee) per il Covid).
A fronte di 9,4 miliardi di dosi di vaccino somministrate fino ad oggi nel Mondo ci sono infatti 90 paesi che non hanno raggiunto l'obiettivo di vaccinare il 40% della loro popolazione entro la fine dello scorso anno e 36 di questi paesi non hanno ancora vaccinato il 10% della loro popolazione.
Solo in Africa, più dell'85% della popolazione - circa un miliardo di persone - deve ancora ricevere una singola dose di vaccino.
 
“Non possiamo porre fine alla fase acuta della pandemia se non collaboriamo per colmare queste lacune” ha detto Tedros che ha poi sottolineato come “La scorsa settimana, più di 15 milioni di nuovi casi di COVID-19 sono stati segnalati all'OMS in tutto il mondo – di gran lunga il maggior numero di casi segnalati in una sola settimana – e sappiamo anche che questa è una sottostima”.
 
Un picco di infezioni guidato dalla variante Omicron, che sta rapidamente sostituendo Delta in quasi tutti i paesi.
“Ma mentre i vaccini rimangono molto efficaci nel prevenire malattie gravi e morte – ha detto Tedros - non prevengono completamente la trasmissione e più trasmissione significa più ricoveri, più decessi, più persone senza lavoro, inclusi insegnanti e operatori sanitari, e più interruzioni ai servizi sociali e sanitari essenziali”.
 
E “più trasmissione significa anche più rischio che emerga un'altra variante che è ancora più trasmissibile e più letale delle varianti precedenti”, ha aggiunto il Dg dell’Oms ricordando come “la portata e il ritmo crescente di trasmissione significano anche una maggiore pressione sugli operatori sanitari e sanitari già sovraccarichi ed esausti”.
 
Per Tedros “porre fine alla distribuzione iniqua di vaccini, terapie e diagnostica rimane la chiave per porre fine alla pandemia. Se mettiamo fine all'iniquità, mettiamo fine alla fase acuta della pandemia”.
 
Sempre il Dg dell’Oms, ieri parlando con i giornalisti, aveva ricordato un altro dato, quello dei decessi segnalati settimanalmente che è rimasto stabile dall'ottobre dello scorso anno, con una media di 48mila decessi a settimana.
 
“Sebbene il numero di pazienti ricoverati in ospedale sia in aumento nella maggior parte dei paesi, non è al livello visto nelle ondate precedenti. Ciò – ha spiegato Tedros - è probabilmente dovuto alla ridotta gravità di Omicron, nonché all'immunità diffusa da vaccinazione o precedente infezione. Ma siamo chiari: sebbene Omicron causi una malattia meno grave di Delta, rimane un virus pericoloso, in particolare per coloro che non sono vaccinati”.
 
“Quasi 50mila morti a settimana sono 50mila morti di troppo. Imparare a convivere con questo virus non significa che possiamo, o dobbiamo, accettare questo numero di morti” ha detto il Dg dell’Oms sottolineando che “non dobbiamo permettere a questo virus di girare libero o sventolare bandiera bianca, soprattutto quando così tante persone in tutto il mondo rimangono non vaccinate”.
13 gennaio 2022
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