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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Studi e Analisi

Fumo/4. Fimmg: “Medici di famiglia sentinelle nel rilevare e ridurre fattori rischio dei pazienti”. Il questionario del centro studi

immagine 31 maggio - Si riduce l'abitudine al fumo. Ma la percezione di oltre il 57% dei medici è che i genitori di adolescenti appaiono oggi più preoccupati per l’uso di altre sostanze e per possibili altre dipendenze, che non per l’abitudine al fumo dei loro figli. Fenomeno che i camici bianchi sembrano decisamente orientati a monitorare. Questi alcuni dei dati emersi nuovo questionario del Centro Studi della Fimmg, realizzato in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. IL QUESTIONARIO
L’abitudine al fumo nel nostro paese sta complessivamente diminuendo: è la percezione della maggioranza dei medici di medicina generale (il 51%, con percentuali più elevate al Centro - 55% - e inferiori al Sud – 48,7%). Il dato emerge da un nuovo questionario del Centro Studi della Fimmg, a cui ha partecipato un campione di oltre 560 medici. Lo studio è stato realizzato in occasione della Giornata mondiale senza il tabacco che si celebra oggi per comprendere meglio l’approccio della professione a questo importante fattore di rischio.
 
Per la maggioranza dei medici (oltre il 57%), i genitori dei ragazzi adolescenti appaiono oggi più preoccupati per l’uso di altre sostanze e per possibili altre dipendenze, che non per l’abitudine al fumo dei loro figli: per il 21,3% del campione i genitori appaiono solo preoccupati per possibili altre dipendenze dei loro figli.

I medici sembrano decisamente orientati a cercare di monitorare questo fenomeno: il 75% del campione dice di registrare “sempre-spesso” il dato relativo al consumo di tabacco dei propri assistiti sulla cartella clinica ambulatoriale. Questo dato sembrerebbe essere più basso (56%) tra i medici fumatori. Meno diffuso appare l’utilizzo di stampati o altro materiale per supportare il consiglio di cessazione del fumo: lo utilizza “sempre- spesso” il 22% del campione (solo il 18,2% tra i medici che lavorano da soli, rispetto a valori più elevati tra quelli che lavorano in forme associate).

Poco prescritti sembrano essere i farmaci per aiutare a cessare l’abitudine al fumo: due terzi dei medici riferisce di prescriverli “raramente – mai”: tale percentuale è particolarmente alta, il 79%, tra i medici che lavorano da soli.

Per cercare di inquadrare al meglio il fenomeno, è stata rilevata anche l’eventuale abitudine tabagica dello stesso medico: il 50% del campione riferisce di non aver mai fumato (il 56,7% al Nord e il 40,4% al Sud), il 40% di avere smesso e il 10% di continuare a fumare.

“L’indagine evidenzia come, ancora una volta, i Mmmg siano efficaci sentinelle rispetto a fenomeni connessi a fattori di rischio comportamentali – sottolinea Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi della Fimmg  - In accordo con i dati di letteratura, i medici apprezzano una tendenza alla riduzione dell’abitudine tabagica e una maggiore preoccupazione dei genitori per possibili altri fenomeni di dipendenza dei loro figli. L’intervento del MMG nella gestione di questo importante fattore di rischio è testimoniato dalla sensibilità verso la rilevazione dell’abitudine al fumo e della sua registrazione, in particolare per i medici che lavorano in forme aggregate”.
 
31 maggio 2018
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