toggle menu
QS Edizioni - giovedì 18 aprile 2024

Studi e Analisi

Eurostat. Il 70,9% degli italiani si dichiara in buona salute e siamo secondi per aspettativa di vita. Ma resta un 5,5% che denuncia di non aver avuto soddisfatte le sue richieste di assistenza sanitaria

immagine 19 settembre - Pubblicato l'ultimo rapporto Eurostat con gli indicatori relativi ai 17 SDG (Obiettivi di sviluppo sostenibile). E c'è anche quello realtivo alla “Buona salute e benessere” che si basa su tre indicatori principali: la salute percepita,  l’aspettativa di vita e le esigenze mediche insoddisfatte. L'Italia va bene, ma, tranne che per l'attesa di vita, non eccelle.
Il 70,9% degli italiani over 16 ha dichiarato nel 2016 di essere in ottima o buona salute. Una tendenza in netto aumento rispetto all’anno precedente quando questa condizione percepita è stata dichiarata dal 65,8% degli intervistati nell’indagine che Eurostat ha analizzato per realizzare il suo nuovo sito tematico SDGs&me in cui sono presenti i risultati di ogni nazione europea per i 17 SDG (Obiettivi di sviluppo sostenibile) stabiliti a livello internazionale.

Per il numero 3, “Buona salute e benessere”, Eurostat si basa su tre indicatori principali: la salute percepita, appunto, l’aspettativa di vita e le esigenze mediche insoddisfatte.

Dal punto di vista della salute percepita, l’Italia è al decimo posto nell’Ue (media Ue 67,5%), preceduta da paesi in gran parte del Nord Europa (ma ci sono anche Cipro, Malta e la Spagna).

Una classifica guidata in positivo dall’Irlanda dove l’82,8% dei cittadini dichiara una buona-ottima salute e chiusa in negativo dalla Lituania in cui solo il 43,4% degli intervistati è soddisfatto delle sue condizioni.

La tendenza italiana è comunque in netto aumento e il dato 2016 è il migliore registrato a partire dal 2005. L’anno peggiore invece è stato il 2006, quando solo il 56,7% dei cittadini ha valutato buona-ottima la sua salute. Poi negli anni successivi la tendenza è sempre aumentata, con picchi maggiori nel 2010, 2012 2014 e “cadute negli anni intermedi, fino al 2016, appunto, che registra la performance migliore del periodo.
 

 

 
Un andamento rispecchiato – ma con molti meno picchi negativi negli anni e comunque di minore entità – dall’aspettativa di vita che nel 2016 era in Italia di 83,4 anni alla nascita, contro gli 82,7 del 2015 e comunque gli 80,1 anni dell’anno peggiore: il 2003.

Rispetto agli altri paesi europei l’Italia è al secondo posto dopo la Spagna (83,5 anni di aspettativa di vita alla nascita (media Ue 81%), una differenza minima quindi) nell’Ue-28, mentre è terza considerando tutti i paesi europei per il predominio della Svizzera con 83,7 anni.

 

 

 
Infine le esigenze mediche insoddisfatte. Le domande che hanno consentito di realizzare l’indagine sono state: pensi che potresti ricevere una visita medica o un trattamento se necessario? Quante persone sentono che non sarebbero in grado di ricevere tali servizi?

E la necessità insoddisfatta tra gli over 16 è stata nel 2016 del 5,5%, in deciso calo rispetto all’anno precedente (era il 7,2%, picco massimo tra gli anni a partire dal 2008).

Il valore minore di insoddisfazione comunque è stato registrato nel 2008 e nel 2010 in entrambe gli anni col 5,2 per cento.

Rispetto agli altri paesi dell’Ue-28 e non, tuttavia, l’Italia si colloca al sesto posto per necessità medica insoddisfatta. Contro una media Ue del 2,5% e i Paesi Bassi dove l’insoddisfazione è solo dello 0,2 per cento.

Chi va peggio è l’Estonia, con il 15,3% di insoddisfazione, seguita, prima che si arrivi all’Italia, da Grecia, Lettonia, Polonia e Romania.

 

 

  
19 settembre 2018
© QS Edizioni - Riproduzione riservata