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QS Edizioni - mercoledì 24 aprile 2024

Regioni e Asl - Umbria

Ru486 in Umbria. Tesei scrive a Speranza: “Giusto rivalutare la norma con approccio scientifico. Siamo pronti anche a rivedere la delibera”

immagine 17 giugno - La presidente della Regione Umbria difende la decisione di rendere obbligatorio il ricovero ordinario per l’aborto farmacologico, ma si dice anche pronta a rimodulare la delibera “in base alle considerazioni del Css”. Per Tesei “l’approccio da seguire deve essere scevro da condizionamenti ideologici e deve avere come pilastri la libertà di scelta e la tutela della salute della donna. La nostra delibera va in tal senso, non vi sono intenti oscurantisti come, da alcune parti, si è voluto far credere”. Per Tesei il fatto che il Ministro abbia chiesto un nuovo parere “dimostra che l’argomento richiede la massima attenzione”.
La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza in merito alla richiesta di un parere, annunciata dallo stesso Ministro, al Consiglio superiore di sanità sulle modalità dell’interruzione di gravidanza farmacologica dopo  la delibera regionale che, eliminando la possibilità di somministrazione in day hospital della terapia per l’aborto farmacologico, ha reso obbligatorio il ricovero ordinario di tre giorni per le donne che decidono di fare riconosco a questa pratica.

“Accogliamo positivamente l’interessamento del Ministro - afferma la presidente in una nota – su un tema delicato. L’approccio che va seguito deve essere scevro da condizionamenti ideologici e deve avere come pilastri la libertà di scelta e la tutela della salute della donna. La nostra delibera, che si adegua all’attuale norma nazionale, va proprio in tal senso: nello spirito di voler stare accanto alla donna in un momento complesso, dandole massima considerazione, assistenza e supporto. Non vi sono intenti oscurantisti come, da alcune parti, si è voluto far credere”.

Per Tesei “il fatto che il Ministro abbia reputato necessario rivalutare la norma, alla quale fanno riferimento la maggior parte delle Regioni, dimostra che l’argomento richiede la massima attenzione e deve essere affrontato da un punto di vista scientifico e non, come detto, meramente ideologico. La stessa Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), attraverso la sua presidente, ha espresso la necessità e l’opportunità di aprire una discussione in tal senso. Siamo pronti, ovviamente, a rimodulare la nostra delibera – conclude Tesei - in base alle considerazioni del Consiglio superiore di sanità”.
17 giugno 2020
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