toggle menu
QS Edizioni - sabato 20 aprile 2024

Regioni e Asl - Veneto

Carenza medici di famiglia. Intervista a Gorini (Fimmg Veneto): “La risposta immediata è medicina generale organizzata”

di Endrius Salvalaggio
immagine 11 ottobre - Dialogo con il segretario veneto del sindacato dei medici di famiglia sulla prossima carenza di professionisti. “Sviluppare le Medicine di Gruppo/Rete dotandole di personale sarebbe a tutto vantaggio della popolazione per mantenere, e anche migliorare, il livello di cura; e non dimentichiamo che creerebbe anche più di un migliaio di posti di lavoro sparsi uniformemente in tutto il territorio regionale”.
E’ allarme anche sul fronte dei medici di famiglia. Se i medici ospedalieri in Veneto sono poco meno di 1300, non se la sta passando meglio il comparto dei medici di Medicina Generale. A fronte dei pensionamenti previsti, nell’arco dei prossimi anni, la carenza dei medici di famiglia interesserà anche il Veneto. Una carenza che potrebbe portare al collasso il servizio assistenziale base dei cittadini, per mancanza di quella figura che monitora i cambiamenti della collettività. Nei prossimi anni gli studi dei medici saranno invasi di pazienti ma con pochi medici.
 
Nei prossimi 5-10 anni si stima che i medici di famiglia che andranno in pensione in Veneto saranno, tra il 2018 ed 2020, circa 1135 per poi salire nei prossimi anni a 2300 medici. “In Italia è stato fissato un rapporto massimo (detto ottimale) - fa sapere il Segretario dei medici di famiglia Dott. Brunello Gorini Fimmg Veneto -  tra Medici di Famiglia e Assistibili di 1:1500; mentre il rapporto medio si attesta, nel Veneto, a 1:1300. In Europa il massimale è in media 1:2000 questo per permettere una casistica adeguata all’osservazione di patologie meno frequenti. Per cercare di risolvere il problema potrebbe essere utile, come in altri Paesi, organizzare meglio la Medicina Generale, spostando dal medico ad altro personale (infermieristico e amministrativo) azioni che oggi in Italia sono impropriamente svolte dal MMG. La nostra proposta risale al 2002 quando la FIMMG di Treviso lanciò ufficialmente, durante il suo Congresso provinciale, l’idea di accorpamento degli studi medici con la condivisione di personale infermieristico ed amministrativo. Negli ultimi anni abbiamo avuto diverse Delibere regionali che hanno indirizzato la Categoria verso l'associazionismo, ma il passaggio definitivo, anche se oggetto di una specifica Delibera regionale, ha poi trovato numerosi ostacoli”.

Ogni Regione quantifica e pianifica il fabbisogno dei Medici di Famiglia: se c’è carenza di personale di Medicina Generale, il problema allora risale a qualche errore nelle stime. “L’errata pianificazione riguardo la Medicina Generale deve essere riportata a circa 15 anni fa – continua il Segretario dei medici di famiglia -  La programmazione statale ha le sue responsabilità, legate soprattutto al finanziamento delle borse di studio, secondo il perverso ragionamento meno medici si formano e meno spendo in borse di studio. Già nel 2005 abbiamo rappresentato sia al Ministero che alla Regione l'importanza di aumentare il numero dei medici di famiglia. Come noto, ogni anno le Regioni formulano al Ministero la richiesta di quanti posti ritengono utili per il proprio fabbisogno. Non è un mistero che queste richieste siano state sottovalutate, soprattutto se confrontate con Regioni o Province con meno abitanti. Quello che sfugge alle statistiche attuariali è la fuga dei medici prima dei 70 anni; e di questo una domanda qualcuno dovrebbe porsela”.  
Per recuperare tale deficit, ci vogliono circa una decina di anni. Il modello della medicina di gruppo, potrebbe essere una risposta immediata al problema, perché il paziente trova a sua disposizione un pool di medici a disposizione. “Una Medicina Generale organizzata è la risposta immediata più valida a questa annunciata carenza di professionisti – osserva la Fimmg Veneto - sviluppare le Medicine di Gruppo/Rete dotandole di personale sarebbe a tutto vantaggio della popolazione per mantenere, e anche migliorare, il livello di cura; e non dimentichiamo che creerebbe anche più di un migliaio di posti di lavoro sparsi uniformemente in tutto il territorio regionale”. In Veneto le cosiddette Medicine di Gruppo sono circa 300, mentre le Medicine di Gruppo Integrate sono meno di 80.
 
Endrius Salvalaggio
11 ottobre 2018
© QS Edizioni - Riproduzione riservata