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Marche. Diagnosi prenatale, approvate le nuove linee di indirizzo

Standard assistenziali ridefiniti e percorso suddiviso in tre livelli: il primo diffuso su tutti i punti nascita per lo diagnosi prenatale ecografica per tutte le donne; il secondo, attivo in tre centri regionali, per approfondire u casi dubbi emersi al I° livello; il terzo, con unica sede ad Ancona, per la presa in carico delle situazioni più complesse.

19 OTT - Via libera da parte della Giunta delle Marche alle linee di indirizzo per l’organizzazione della diagnosi prenatale, che hanno l’obiettivo di offrire un servizio adeguato riducendo contestualmente la mobilità passiva verso altre regioni e configurando un polo di attrazione per le limitrofe. A darne notizia è una nota della Regione in cui si osserva come “l’accesso alla diagnosi prenatale” sia “tanto più necessario quanto più se ne diffonde tra le gestanti la domanda, spesso connessa al timore di patologie fetali, e l’avanzare dell’età delle stesse”.

Elaborate da un gruppo di lavoro del Comitato Percorso Nascita, costituito e coordinato dall’Agenzia Regionale Sanitaria, le linee di indirizzo predisposte - ma non ancora rese pubbliche - mirano a ottimizzare il percorso diagnostico prenatale.

Vengono ridefiniti gli standard assistenziali suddividendo il percorso in tre livelli assistenziali garantendo gli standard di appropriatezza:

-    il I° livello diffuso su tutti i punti nascita per lo diagnosi prenatale ecografica per tutte le donne nel corso della gravidanza allo scopo di verificare lo stato di salute del nascituro;

-    il II° livello, programmato su tre centri regionali, dove l’accesso è riservato ad un approfondimento diagnostico dei casi dubbi verificati al  I° livello.

-    il III° livello, con un'unica sede regionale presso AOU riuniti di Ancona, per la presa  in carico delle situazioni più complesse garantendo un approccio multidisciplinare e fornendo tutte le risposte necessarie a definire la situazione clinica (es. esami genetici).

“Il risultato atteso – spiega la Regione - è quello di decongestionare il centro di terzo livello di Ancona da tutto quello che è possibile fare in periferia e, al contempo, migliorare l’offerta diagnostica alle gestanti potenzialmente a rischio, attivando compiutamente due centri di secondo livello, così da aumentare l’offerta con maggiore equità nella distribuzione territoriale e conseguente riduzione della mobilità passiva. Infine si perfezionerà una rete regionale virtuosa capace di determinare una maggiore uniformità delle prestazioni e l’aumento dell’appropriatezza delle stesse”.

La riorganizzazione che si avvia, evidenzia infine la Regione, “oltre a migliorare l’accesso non prevede costi aggiuntivi, in quanto si tratta di una riorganizzazione interna alle aziende, e non si ripercuote in alcun modo sulle tariffe degli esami”.

19 ottobre 2015
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