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Marche. Legge 194, “Inapplicata”. Per la commissione Pari Opportunità “serve un Osservatorio”

Per la commissione regionale “il Sistema sanitario nazionale, nelle sue diverse articolazioni territoriali, si stia rivelando incapace di gestire la corretta applicazione della legge”, che deve trovare “piena attuazione” sia “nelle strutture pubbliche che in quelle private autorizzate”. Sottolineata la necessità di valorizzare i consultori.

25 FEB - "A distanza di 37 anni dalla sua approvazione la legge 194, che disciplina la tutela sociale della maternità e l'interruzione volontaria della gravidanza, risulta in larga parte inapplicata”. È questa l’opinione della Commissione regionale pari opportunità diffusa attraverso una nota pubblicata sul sito del Consilgio Regionale. Quella proposta dalla Commissione regionale pari opportunità è una riflessione a tutto campo, che trova concretizzazione nel documento elaborato durante l’ultima seduta plenaria, con la proposta finale di dare vita ad un “Osservatorio – Organo di vigilanza”, a cui affidare il compito di verificare costantemente la situazione sul territorio regionale.

Già sottoposto all’attenzione della Commissione sanità, il documento evidenzia come “il Sistema sanitario nazionale, nelle sue diverse articolazioni territoriali, si stia rivelando incapace di gestire la corretta applicazione della legge che deve trovare piena attuazione anche nelle Marche, sia nelle strutture sanitarie pubbliche sia in quelle private autorizzate”.

Questo soprattutto perché “la scelta di arrivare all'interruzione volontaria di gravidanza non è un percorso facile, per cui è auspicabile che possa essere effettuato in sicurezza, nell’ambito di una struttura ospedaliera conosciuta e familiare alla donna”.

“L’obiezione di coscienza – si fa presente nel documento - è sì un diritto consolidato, ma è responsabilità di chi di governa che questo non si traduca nella violazione o soppressione di altri diritti di pari dignità. E’ doveroso che la legge 194 trovi piena attuazione nelle strutture sanitarie pubbliche ed in quelle autorizzate della Regione, attraverso azioni di promozione della salute che focalizzano l’attenzione sul raggiungimento dell’equità e mirino a ridurre le differenze nello stato di salute soprattutto per i soggetti più vulnerabili”.

La Commissione pari opportunità interviene anche sulla necessità di valorizzare i Consultori, ridando dignità alla funzione per cui sono nati, che è quella di “informare e prevenire nel rispetto del diritto alla procreazione cosciente e responsabile”. In questi anni, come riportato nel documento “i Consultori al contrario sono stati sempre più indeboliti e depauperati di risorse economiche ed umane. Basti pensare al numero in netta diminuzione delle mediatrici culturali, fondamentale sostegno per le donne straniere”.

25 febbraio 2016
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