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NurSind Marche: “Le aziende sanitarie pubbliche devono pagare la tassa dell’ordine professionale”

Dopo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Pordenone secondo la quale se l’infermiere lavora obbligatoriamente soltanto per l’azienda sanitaria, questa dovrà provvedere al pagamento annuale dell’ordine professionale, il sindacato chiede alle Aziende di risarcire gli infermieri delle somme pagate negli ultimi 10 anni

23 SET - “Il Sindacato delle Professioni Infermieristiche NurSind Marche insiste, noi ci abbiamo sempre creduto. Finalmente abbiamo vinto, contro tutti, anche le altre sigle sindacali che snobbavano la nostra richieste, ora saltano sul carro dei vincitori. Sono le aziende a dover pagare la tassa obbligatoria per esercitare la professione infermieristica, proprio perché il rapporto di lavoro è in esclusività”.
 
Così il Coordinamento Regionale Nursind Marche, Donato Mansueto che ricorda la sentenza storica vinta dal Nursind a luglio, quando il Giudice del Tribunale del Lavoro di Pordenone ha dato ragione ad oltre 200 infermieri della Asl n.5 di Pordenone, che sostenuti dal sindacato infermieristico, avevano chiesto di affermare il principio rispetto al pagamento dell’iscrizione all’Albo professionale.
 
Nelle motivazioni della sentenza: “… Ogni volta che venga esercitata attività professionale in regime di esclusività, va riconosciuto il diritto giuridico del soggetto datoriale di rimborsare ai  lavoratori il costo per l’esercizio dell’attività, tra cui quello dell’iscrizione all’albo…”. Il Giudice ribadisce che se l’infermiere lavora obbligatoriamente soltanto per l’azienda sanitaria, questa dovrà provvedere al pagamento annuale dell’ordine professionale.
 
“Le Segreterie NurSind delle Marche – sottolinea in una nota – stanno chiedendo alle Aziende sanitarie pubbliche di risarcire gli infermieri delle somme pagate per la tassa, degli ultimi 10 anni. Le cifre sono considerevoli, la tassa varia da provincia a provincia, ad esempio ad Ancona consta di 52 euro/anno, considerando circa 3500 gli infermieri dipendenti, solo le aziende sanitarie pubbliche del territorio Anconetano dovrebbero ogni anno rimborsare complessivamente più di 180mila euro annui e per i 10 anni trascorsi più di 1mln800mila euro”.
 
Le Segreterie NurSind Marchigiane sono quindi pronte a “chiedere il rispetto di questo diritto ed a scontrarsi con le Aziende Sanitarie Pubbliche che intendano opporvisi. Siamo l’unico sindacato ad aver intrapreso il percorso giudiziario in merito a questo principio ed abbiamo pendente anche la sentenza della Cassazione, che dovrà esprimersi anche alla luce del pronunciamento del Tribunale di Pordenone”.
 
La Giustizia in primo grado ha confermato la tesi del Nursind – prosegue Mansueto – ora le Aziende Sanitarie pubbliche Marchigiane dovranno tenere in conto la possibilità di risarcire gli infermieri dipendenti, che lavorano in regime di esclusività. In attesa degli ulteriori pronunciamenti in Corte di Appello e Cassazione, hanno dato mandato ai loro avvocati di studiare la materia e predisporre gli eventuali ricorsi, nel contempo abbiamo avviato campagne informative e di adesione per gli infermieri dipendenti di tutte le Aziende Sanitarie del Servizio Sanitario Regionale. Il Nursind è fiero di aver ottenuto la prima sentenza pilota in Italia con i diritti degli infermieri che operano in regime di esclusività per la pubblica amministrazione al pari degli avvocati che avevano vinto in cassazione nel 2015. La Giurisprudenza potrebbe aprire anche altre prospettive come l’opportunità per gli infermieri di essere autorizzati all’attività intramoenia (all’interno della struttura sanitaria) o extra-meonia, come già avviene per la dirigenza medica”.

23 settembre 2019
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