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La legge di Murphy della sanità delle Marche (e non solo)

04 GEN - Gentile Direttore,
la legge di Murphy (coi suoi tanti corollari) e le infinite integrazioni è ormai notissima: “Se qualcosa può andar male, lo fara'”. La sua conoscenza è tanto diffusa da aver dato luogo anche alla nascita della murphologia, disciplina che proverò ad applicare alla sanità della Regione Marche, ma che con analoghe modalità potrebbe essere applicata alla sanità di molte altre Regioni.
 
La legge di Murphy può essere declinata nella versione “Se qualcosa deve essere fatto, lo si delibererà”. Adesso servono però i corollari della Legge sempre adattati alle sanità regionali. Secondo una autorevole fonte i corollari originali sono nove, tra cui i primi due, a titolo di esempio, sono: “niente è facile come sembra” e “tutto richiede più tempo di quanto si pensi”. Per tutti gli altri rimando alla fonte.
 
Nel caso che mi interessa (la sanità delle Marche, e non solo) i nove corollari sono:
1. se la cosa da fare è in un accordo Stato-Regioni la delibera recepirà l’Accordo;
2. se il recepimento è previsto nel questionario LEA lo si trasmetterà al Ministero e si darà mandato alle aziende di applicarlo;
3. la deliberà prevederà  indicatori che si avrà difficoltà a calcolare;
4. la deliberà prevederà cronoprogrammi che sarà difficile rispettare;
5. la delibera prevederà  azioni che sarà difficile realizzare per non avere destinato risorse allo scopo;
6. ogni volta che sarà possibile la deliberà citerà le reti cliniche ed i PDTA collegati;
7. la delibera prevederà verifiche che non verranno fatte;
8. la deliberà istituirà un gruppo di lavoro;
9. la delibera citerà molte altre delibere che risponderanno a tutti corollari precedenti.
 
Ci sono molti esempi di questa trasformazione di linee di intervento importanti indicate dal livello centrale in atti regionali che poi in realtà non “agiscono” o quantomeno non agiscono nei tempi e nei modi previsti. E questo in realtà non vale solo per la regione Marche. Alcuni esempi aiuteranno la riflessione. Si tratta peraltro di esempi che riguardano i servizi territoriali, quelli che -in teoria – tutti i documenti nazionali e regionali evocano come quelli chiamati a fare la differenza ai tempi della/e cronicità:
 
1. il Piano Nazionale della Cronicità, recepito dalla Regione Marche con la DGR 1355/2017;
2. il Piano Nazionale Demenze, recepito dalla Regione Marche con la DGR 107/2015;
3. l’accordo stato-regioni sulla telemedicina, recepito dalla Regione  Marche con la DGR 1034/2014.
 
Tutte queste linee di intervento hanno corrisposto nelle Marche  (realtà cui specificamente mi riferisco per conoscenza ed esperienza diretta) ad una sorta di “furia francese” al momento del recepimento e ad una sorta di semi-“ritirata spagnola” al momento della fase operativa.
 
“Qualcosa” certamente è stato fatto, specie sulla telemedicina, e ovviamente è stato deliberato, ma nei siti istituzionali della Regione non si trovano su questi temi a distanza di anni (ormai diversi anni) né progetti, né dati, né aggiornamenti. Ma questo certo non vale solo per le Marche, tanto è vero che per due di questi temi sono poi stati istituiti tavoli di supporto e/o monitoraggio a livello centrale (Piano Nazionale della Cronicità e telemedicina).
 
E qui forse (anzi, sicuramente) il problema non dipende solo delle Regioni, ma dai concreti modi con cui viene esercitata la funzione di indirizzo e verifica da parte del livello centrale. Tema che il nuovo Patto per la Salute purtroppo in pratica non affronta e che rappresenta un nodo centrale del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale. Come si coniugano l’autonomia regionale con la garanzia dei LEA? Una domanda che aspetta altre più puntuali risposte in aggiunta al nuovo sistema di indicatori previsto in sostituzione della “vecchia” griglia LEA.
 
Tutto questo ci rimanda ad altre leggi correlate a quella di Murphy, come  la legge di Booker“Un grammo di applicazione val più di una tonnellata di astrazione” che potremmo riscrivere come “Un grammo di azioni val più di una tonnellata di deliberazioni (e di Accordi Stato-regioni”).
 
Claudio Maffei
Coordinatore scientifico di Chronic-on


04 gennaio 2020
© Riproduzione riservata

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