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Molise. Di Laura Frattura risponde ai parlamentari Pd: “Il Cardarelli non può diventare un’azienda universitaria autonoma”

L'ipotesi avanzata da alcuni parlamentari molisani non è praticabile secondo il presidente della Regione.  "Non è più possibile istituire Policlinici universitari a gestione diretta dell’Università. Stiamo invece lavorando per una Azienda sanitaria regionale integrata con l’Università".

31 MAR - “La sanità pubblica sopravvivrà se porteremo a termine una rivoluzione del sistema basata su tre criteri: appropriatezza, qualità nell’erogazione di servizi e sostenibilità economica”.
 
È quanto ha spiegato il presidente del Molise, Paolo di Laura Frattura rispondendo alle proposte avanzate nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa, da tre parlamentari molisani del Pd, gli onorevoli Laura Venitteli e Danilo Leva e il senatore Roberto Ruta. Proposte che puntano a ottenere una deroga dai parametri del Regolamento Balduzzi e a creare un’Azienda ospedaliera universitaria al Cardarelli per salvare il Dea di II livello a Campobasso e il Dea di I livello a Isernia e Termoli per evitare “la morte della sanità pubblica” del Molise.
 
“La richiesta di deroghe a un’applicazione rigida del Decreto Balduzzi – ha spiegato il presidente del Molise – è già nelle proposte di riorganizzazione della rete ospedaliera che stiamo preparando e riguarda non generiche etichette come Dea di I o II livello, da apporre all’entrata delle strutture, etichette che non servono a garantire la salute dei cittadini, ma proposte serie, concrete, tese a garantire, sulla base dell’analisi dei fabbisogni epidemiologici, i diritti alla salute dei molisani. Quello che chiediamo e che difenderemo fino in fondo è di tenere attive specialità sanitarie necessarie a garantire adeguati livelli di qualità dell’assistenza e che non potremmo permetterci sulla base di una rigida applicazione del regolamento Balduzzi”.
 
Per quanto riguarda la seconda proposta, ossia la creazione di un’Azienda ospedaliera universitaria al Cardarelli, questa prevede il coinvolgimento dei Ministeri, ha ricordato Di Laura Frattura, oltre al fatto che dopo il D.Lgs 517/99, non è più possibile istituire Policlinici universitari a gestione diretta dell’Università, ma costituire solo due tipologie di Azienda miste: Aziende ospedaliere costituite in seguito alla trasformazione dei policlinici universitari a gestione diretta, denominate aziende ospedaliere universitarie integrate con il Ssn e Aziende ospedaliere integrate con l’Università.
 
“Apprezzando la disponibilità espressa dal Rettore dell’Unimol per la creazione di una Azienda ospedaliera universitaria a diretta gestione universitaria – ha quindi aggiunto – questa risulta difficilmente praticabile per tre motivi: non è prevista dalla normativa vigente (art. 2 Dlgs 517/99): l’unica opportunità ci sarebbe stata se il Molise avesse avuto un Policlinico universitario con una Facoltà di Medicina già pienamente attiva prima del 1999; non è praticabile alla luce della legge 135/2012 sulla spending review, del Piano di Rientro a cui è sottoposta la regione Molise, che ci obbliga e vincola a non incrementare i costi, duplicare servizi, e a razionalizzare l’esistente; perché al sostegno economico-finanziario delle attività svolte dalla Azienda (art. 2 D.lgs 517/99): concorrono risorse messe a disposizione sia dall’Università sia dal Fsr. Regioni e Università concorrono con propri finanziamenti all’attuazione di programmi di rilevante interesse per la regione e per l’Università, definiti d’intesa”.
 
Sarebbe entusiasmante ed oggettivamente conveniente, continua il presidente, “ ma allo stato attuale poco concreta, quella di pensare che un nuovo soggetto, l’Aou, possa assicurare tutto il percorso di laurea e post laurea della Facoltà di medicina, rilevando, quale sede dell’attività di formazione ricerca ed assistenza, gli ospedali a gestione diretta regionale, a cui la regione contribuirebbe con il solo riconoscimento delle prestazioni erogate (drg e tariffe), cedendo nell’ambito della trasformazione di personalità giuridica tutti i beni mobili, immobili e personale del Ssr”.
 
La possibilità che ha il Molise è quindi quella, ha specificato Di Laura Frattura, “di un’Azienda sanitaria regionale integrata con l’Università, con la partecipazione alle spese prevista da un protocollo d’intesa Regione/Università in avanzata fase di definizione. Una possibilità alla quale stiamo lavorando con l’Università e con il delegato del Rettore, Luca Brunese”.
 
La proposta complessiva alla quale la regione sta lavorando è una riorganizzazione e razionalizzazione dell’esistente, con un piano di ri-articolazione delle attività clinico-assistenziali comprese quelle integrate, l’individuazione delle vocazioni specifiche dei presidi hub e spoke, l’adozione del modello organizzativo per intensità di cura, l’utilizzo di setting assistenziali improntati all’appropriatezza e all’efficienza produttiva. “Questo è possibile – ha detto Di Laura Frattura – soltanto rendendo l’ospedale Cardarelli il fulcro, l’hub, delle reti di emergenza e tempo dipendenti (quelle relative a patologie come il trauma grave, l’infarto e l’ictus), in cui gli elementi fondamentali per tutelare la salute dei pazienti sono sia il fattore tempo, sia la possibilità che il paziente che giunge trovi un equipe con sufficiente esperienza nella gestione di casi gravi”.
 
I presidi di Isernia e Termoli, pur rappresentando i nodi spoke della rete ospedaliera svolgeranno comunque il ruolo di struttura operativa deputata all’assistenza dei soggetti affetti da una patologia a insorgenza acuta e con compromissione funzionale, nonché di gestione di attività programmabili richiedenti un setting tecnologicamente e organizzativamente complesse.

31 marzo 2015
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