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Disturbi alimentari. Il Piemonte stanzia 1 milione e 800mila euro 

L’approvazione del Consiglio all’unanimità, legge bipartisan. Inserite le cure domiciliari. In Piemonte 260 casi anoressia e 450 di bulimia ogni anno, enormi i flussi di turismo sanitario su questi temi. Si stima che 200mila piemontesi soffrano di disturbi alimentari, aumentati durante i lockdown. L’assessore Marrone: “Solo una piccola parte di coloro che ne soffrono chiede aiuto”.

21 LUG - Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato ieri all’unanimità una legge bipartisan che stanzia oltre un milione di euro per combattere i disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia. E grazie a un ordine del giorno del capogruppo dei Moderati Silvio Magliano approvato ieri mattina, il testo contempla anche le cure di tipo domiciliare.

Nelle dichiarazioni dei gruppi prima del via libera finale, Mario Giaccone (Lista Monviso) ha parlato di “provvedimento moderno per dare risposte adeguate a un problema sempre più diffuso attraverso la cultura della prevenzione”. Domenico Rossi (Pd) ha sottolineato che “il rapporto alterato con il cibo e con il corpo, insieme ai problemi psicologici, sono un mix drammatico sempre più diffuso, ai quali la legge risponde potenziando la rete già esistente e arricchendola”. Ivano Martinetti (M5s) ha sottolineato che si tratta di “un buon punto di partenza”. Magliano ha annunciato che vigilerà affinché “le risorse siano spese bene e la legge abbia piena attuazione”.

La leghista Sara Zambaia, prima firmataria del testo unificato, ha sottolineato le innovazioni, come “l’Osservatorio composto da esperti, il codice lilla per il riconoscimento del disturbo in ambito scolastico e aggregativo, l’approccio multidisciplinare, l’attenzione per la formazione, e il riconoscimento del Terzo Settore”.

Carlo Riva Vercellotti (Fdi) ha sostenuto che si tratta di “una legge esemplare, la migliore in Italia”. Il capogruppo azzurro Paolo Ruzzola ha definito il testo come “un orgoglio per la sanità piemontese”. Quello di Luv Marco Grimaldi ha sottolineato che si tratta di “malattie multifattoriali, che vanno affrontate anche con attenzione al disagio diffuso”, affinché non vengano sostituite da altri tipi di dipendenze.

Francesca Frediani (M4o) ha detto che “il lavoro non finisce con questa legge, ma si deve costruire un contesto che riduca il disagio dei giovani”.
Il Piemonte ha flussi enormi di turismo sanitario su questi temi: i numeri sono drammatici e in ulteriore aumento dopo due anni di pandemia.

Ogni anno sono diagnosticati nella Regione 260 nuovi casi di anoressia e 450 di bulimia, dati nei quali non confluisce il cosiddetto sommerso. Ma si tratta di un problema doloroso che secondo le stime coinvolge più di 200 mila piemontesi, cresciuto ancora di più durante il lockdown e nell’attuale contesto caratterizzato da profonda incertezza per il perdurare della pandemia e della guerra.

Secondo Eurispes in Italia oltre 2 milioni di ragazzi tra i 12 e i 25 anni soffrono di disturbi del comportamento alimentare. E il fenomeno è spesso sottovalutato sia da chi ne soffre sia dai familiari. Eppure queste malattie non sono un fenomeno che scompare con la fine dell’adolescenza, ma possono cronicizzarsi e continuare nell’età adulta.

Pensata nei primi anni 2000 come una “malattia delle adolescenti che tendevano al modello estetico presentato loro dai media”, come ha osservato il Pd Maurizio Marello, oggi è noto che i disturbi del comportamento alimentare colpiscono senza distinzione di genere. Tale patologia è infatti la manifestazione di un malessere con cause e radici differenti di tipo psicologico.

“Soffrire di un disturbo dell'alimentazione – conclude l’assessore Maurizio Marrone - sconvolge la vita di una persona e ne limita le capacità relazionali, lavorative e sociali. Ma solo una piccola parte di coloro che ne soffrono chiede aiuto”.

Per l’attuazione della legge sono stati stanziati 1 milione e 800 mila euro in due anni.

21 luglio 2022
© Riproduzione riservata

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