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Piemonte. Ebola, individuati otto centri di riferimento

Sono il Regina Margherita per i casi pediatrici, l'Amedeo di Savoia di Torino e i presidi di Novara, Vercelli, Cuneo, Alessandria, Asti e Casale Monferrato. Un’azione precauzionale adottata per verificare la capacità del servizio sanitario regionale di gestire casi sospetti a basso rischio

10 SET - Minimizzare il rischio di intasamento dei servizi di emergenza da parte di false segnalazioni. È questo lo scopo principale delle misure adottate dalla Regione Piemonte in merito al virus Ebola che ha portato all’individuazione di otto ospedali dotati di reparti di malattie infettive in grado di garantire anche l’isolamento temporaneo dei malati.
Un piano attivato in via precauzionale – anche perché gli esperti concordano sulla bassissima probabilità di importazione di casi di ebola in Italia ed in Piemonte – per verificare la capacità del servizio sanitario regionale di gestire casi sospetti a basso rischio ed eventualmente identificare e indirizzare verso il sistema nazionale di emergenza i casi sospetti di rischio più elevato.
 
Le azioni sono state riferite oggi in Consiglio regionale dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta.
 
“Il Piemonte – si legge in una nota regionale –  non è interessato in modo diretto dalle misure che il Ministero della Salute ha attivato negli aeroporti. Tuttavia, essendo presenti sul territorio alcune comunità originarie dei paesi interessati, è stata comunque prevista la possibilità che alcuni pazienti rientrati da meno di tre settimane dal proprio paese si possano rivolgere ai nostri servizi di emergenza qualora avvertano anche soltanto sintomi generici come, ad esempio, la febbre”.
 
Per agevolare l’inquadramento dei casi, le raccomandazioni regionali prevedono l’adozione (da parte dei Pronto soccorso e delle Centrali 118) di una speciale scheda di screening nonché la disponibilità 24 ore su 24  di consulenti in malattie infettive per controllare tutte le segnalazioni di sospetto.
 
Gli eventuali casi sospetti a basso rischio saranno invece presi in carico da otto ospedali dotati di reparti di malattie infettive in grado di garantire anche l’isolamento temporaneo dei malati, come peraltro è già previsto anche per altre malattie infettive. Sono:
 
Ospedale Regina Margherita (per i casi pediatrici del proprio bacino)
Ospedale Amedeo di Savoia di Torino
Ospedale di Novara
Ospedale di Vercelli
Ospedale di Cuneo
Ospedale di Alessandria
Ospedale di Asti
Ospedale di Casale Monferrato
 
Nelle ultime ore sono state emanate (con la collaborazione delle strutture sanitarie territoriali, del 118 e della rete infettivologica piemontese) le raccomandazioni e le istruzioni operative di carattere tecnico per garantire la presa in carico di questi pazienti e l’esecuzione degli accertamenti diagnostici previsti nel protocollo concordato con i laboratori di analisi ospedalieri.
 
“Qualora si dovessero evidenziare casi sospetti – conclude la nota – è prevista l’attivazione del sistema di emergenza regionale e dell’Ospedale nazionale di riferimento Spallanzani di Roma nel rispetto rigoroso delle procedure definite dal Ministero della Sanità per la gestione di questi casi”.

10 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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