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Piemonte. Aids. Associazioni chiedono a Saitta attivazione Consulta. L'assessore: "Disponibile a collaborare"

I rappresentanti di Anlaids, Arcigay e Arcobaleno Gay hanno sottolineato che la Consulta è prevista da una delibera della Giunta regionale del 2009, ma che di fatto non è mai stata avviata. Nella regione, ogni anno, circa 300 persone scoprono di aver contratto l’HIV.

12 DIC - L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, ha incontrato oggi i rappresentanti di alcune associazioni (Anlaids, Arcigay, Arcobaleno Gay) attive sul fronte della lotta anti Aids. Le associazioni hanno chiesto all’assessore Saitta di attivare la Consulta Hiv/Aids prevista in una delibera della Giunta regionale del 2009 ma che di fatto non è mai stata istituita.

Ampia disponibilità a collaborare è stata assicurata dall’Assessore che si è anche impegnato a porre la questione del finanziamento per le attività di prevenzione a livello nazionale, nell’ambito della Commissione salute composta dagli assessori alla Sanità delle regioni. All’incontro era presente anche un infettivologo dell’ospedale Amedeo di Savoia.

“Ribadisco- ha detto Saitta- che non c’è alcuna intenzione di ridurre l’attenzione della sanità rispetto alle malattie infettive. Occorre garantire continuità: nessuna struttura, e questo vale ovviamente anche per l’Amedeo di Savoia, chiude se non si trova una soluzione che garantisca la prosecuzione dell’attività attualmente erogata”.

“Non intendiamo disperdere – ha aggiunto Saitta- il patrimonio di conoscenze specialistiche e di servizi che questo ospedale storicamente offre, ma puntiamo ad integrarlo in un contesto che ne valorizzi le sue riconosciute eccellenze nella cura dei pazienti sieropositivi, come il laboratorio di analisi specializzato”.

In Piemonte, in base ai dati resi noti dal SeReMi in occasione della Giornata mondiale della lotta all’Aids il 1° dicembre, ogni anno circa 300 persone scoprono di aver contratto l’HIV. Nel 2013 sono stati 314, pari a un tasso di incidenza di 7,2 casi ogni 100.000 abitanti. In Piemonte, questa infezione è tra le prime dieci patologie infettive segnalate, la terza tra i giovani uomini dai 25 ai 34 anni di età.

All’inizio del 2014 più di 8.200 persone vivevano con l’infezione da HIV nella nostra regione. La prevalenza di circa 2 casi ogni mille abitanti, paragonabile a quella stimata a livello nazionale, è in costante crescita nell’ultimo decennio ed è raddoppiata rispetto a quella stimata nel 1999. Nella regione, così come a livello nazionale ed europeo, l’infezione si trasmette prevalentemente per via sessuale, questa modalità riguarda quasi il 90% dei casi del 2013.

In Piemonte esiste una rete di nove Centri di prevenzione delle Malattie sessualmente trasmissibili: 3 a Torino e 6 nel resto della regione: Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli. I Centri MST garantiscono l’accesso agli utenti con un orario prefissato per un minimo di tre giorni la settimana e offrono la possibilità di accedere direttamente alle prestazioni ambulatoriali senza prenotazione e senza impegnativa del medico di medicina generale. Garantiscono, inoltre, su richiesta, l’anonimato secondo le vigenti norme.

Per evitare che l’accesso ai Centri MST sia limitato dal costo delle prestazioni, sono assicurate la gratuità, per gli utenti a rischio, delle visite, dei test diagnostici e di alcune terapie come da protocollo regionale. I Centri MST provvedono alla somministrazione diretta di alcuni farmaci per avviare la cura e interrompere la catena di contagio, facilitano la presa in carico del paziente da parte dei centri specialistici (nel caso di diagnosi di patologie croniche particolari (es. HIV)), offrono assistenza ai partner dei pazienti con IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse) proponendo loro i controlli e le eventuali cure necessari.
 

12 dicembre 2014
© Riproduzione riservata

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