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Pronto soccorso. Enrichens (Dea Città della Salute) risponde all'Anaao: “Lavoriamo insieme per ottimizzare le risorse a disposizione”

Non dico che bisogna tagliare i posti letto, ma che abbiamo delle norme che dobbiamo rispettare ed è inutile lamentarci. Piuttosto lavoriamo insieme per migliorare l’organizzazione dei pronto soccorso. Il Direttore del Dea dell'ospedale di Torino chiarisce le sue affermazioni sul caos dei Ps dopo la polemica con l'Anaao.

17 FEB - “Non sono per il taglio dei posti letto” e “sappiamo benissimo le difficoltà che incontra il personale. Il punto è che è inutile lamentarci, piuttosto lavoriamo insieme per ottimizzare il sistema”. Dopo le sue affermazioni sul caos nel Pronto soccorso che hanno creato polemica e suscitato la reazione dei medici dell'Anaao, il direttore del Dipartimento di emergenza urgenza della Città della Salute di Torino, Francesco Enrichens torna in quest’intervista sul tema e fa alcune precisazioni sulle sue valutazioni.
 
Dottore, dal taglio dei letti al personale alcune sue valutazioni sul caos nei Pronto soccorso hanno creato polemica suscitando le reazioni dei medici. Può farci capire meglio qual è la sua posizione?
Vorrei innanzitutto precisare che le mie affermazioni sono state fatte esclusivamente in qualità di direttore del Dea Città della Salute di Torino, ma a prescindere da questo il mio intento non era quello di esprimere giudizi ‘manichei’. Il mio ragionamento è solo che, per arginare  il caos nei Pronto soccorso occorre, anche e soprattutto, puntare al miglioramento dell’organizzazione all’interno della rete degli ospedali anche in virtù delle nuove norme sugli standard approvate dalla conferenza stato regioni il 5 agosto 2014 e in via di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
 
La questione dei Posti letto. Perché secondo lei non sono una causa del sovraffollamento del Pronto soccorso?
Non dico che bisogna tagliare ‘tout court’ i posti letto. Dico semplicemente che abbiamo dei riferimenti legislativi che dobbiamo rispettare ed è inutile lamentarci. Facciamo di necessità virtù e lavoriamo insieme per migliorare il sistema piuttosto, anche alla luce del nuovo regolamento della legge Balduzzi sugli standard ospedalieri, che in base a volumi ed esiti razionalizza e permette di utilizzare i letti in maniera più virtuosa garantendo una maggiore appropriatezza. I margini ci sono.
 
Si riferisce per esempio ai tempi di degenza?
Il mio esempio è chiaro, e le ripeto non voglio passare per un fautore del taglio dei letti, ma se una struttura detiene 10 posti letto, ma ha una media di degenza di 15 giorni, doppia rispetto a quella prevista (7 giorni), è come se disponesse soltanto di 5 pl. Questo solo per chiarire che si può lavorare molto per migliorare l’organizzazione. Mi viene poi in mente tutto il lavoro che si può fare per potenziare il dialogo tra l’Emergenza-Urgenza e la Continuità assistenziale territoriale in tema per esempio di piattaforme informatiche condivise, così come previsto dall’accordo stato regioni del 7 febbraio 2013 sui rapporti tra emergenza urgenza e continuità assistenziale. Inoltre sono allo studio nuovi percorsi di triage e linee guida  per l’osservazione breve-intensiva.
 
Passiamo al personale. Crede che non ci sia un problema di carenza?
Come direttore di un Dea le posso dire che è veramente difficile gestire l’emergenza. I problemi sono plurimi e sappiamo tutti i sacrifici cui va incontro il personale. Certo l’obiettivo come le dicevo prima è però di gestire ottimizzando e per questo il nostro intento è quello di distribuire gli organici in base agli effettivi carichi di lavoro. 
 
Luciano Fassari

17 febbraio 2015
© Riproduzione riservata

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