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Piemonte. Neonatologia, esperti a confronto per sviluppare “ indicatori assistenziali”

Appuntamento dal 5 al 7 maggio all’Università del Gusto di Pollenzo per il Convegno “Indicatori di esito e di processo in Neonatologia nell'assistenza ai neonati gravemente prematuri”. La sfida è trovare gli strumenti per compiere scelte assistenziali in grado di garantire il miglior compromesso tra spesa sanitaria e miglioramento degli esiti.

04 MAG - Partirà domani, alle ore 12, e si concluderà il 7 maggio, il confronto tra gli esperti clinici neonatologi, ostetrici, epidemiologi italiani e stranieri sul tema “Indicatori di esito e di processo in Neonatologia: quale utilizzo nella pratica clinica?”. Questo, infatti, il titolo del convegno promosso presso l’Università del Gusto di Pollenzo (Bra - CN) dalla Terapia Intensiva Neonatale (diretta dal professor Enrico Bertino) e dalla Ginecologia e Ostetricia II (diretta dalla professoressa Tullia Todros) dell'ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino. Per la prima volta saranno coinvolti nel Convegno anche i genitori, con partecipazione di circa 50 Associazioni delle Terapie Intensive Neonatali di tutta Italia, riunite nel coordinamento di Vivere ONLUS, invitate per questa occasione dalla Associazione Piccoli Passi, di cui è presidente il professor Claudio Fabris.

L’obiettivo del Convegno sarà quello di trattare temi inerenti la salute del neonato gravemente prematuro, ma soprattutto la novità sarà quella degli “indicatori”, cioè di strumenti il più possibile affidabili e condivisi che permettano di “misurare” la qualità dell’assistenza. Insomma le nuove sfide nel campo dell'assistenza ai neonati gravemente prematuri.

L'evoluzione nella qualità dell’assistenza ostetrica e neonatale degli ultimi decenni ha infatti permesso un miglioramento degli esiti, in primis della sopravvivenza, di neonati gravemente prematuri, impensabile fino a 15-20 anni fa. Questo grazie allo sviluppo ed all’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate, complesse ed anche costose. "A questo approccio intensivista - spiegano i promotori - si è però affiancata parallelamente anche una filosofia assistenziale diversa, che si potrebbe brevemente riassumere in questa frase: “Less is More”. Tale visione ha significato il tentativo, anche in un campo estremo come la Terapia intensiva neonatale, di non “sostituirsi a” ma di “sostenere ciò che c’è” nel singolo bambino (le potenzialità, le capacità fisiologiche, minime ma esistenti, di essere “autonomo” dal punto di vista respiratorio ed alimentare) e nella sua famiglia (la possibilità per la madre di utilizzare il proprio latte, il coinvolgimento dei genitori nell’accudimento). Ha spinto al massimo la “semplicità” (non la semplificazione) dell’approccio, con scelte anche drastiche (ad esempio la rinuncia, dove possibile, alla nutrizione per via endovenosa a favore di un’alimentazione per bocca “goccia a goccia”, con il latte materno)".

Per utilizzare al meglio questa combinazione, che è stata alla base di tutta l’evoluzione dell’assistenza perinatale, emerge oggi con sempre crescente evidenza la necessità di disporre di indicatori che ci permettano di monitorare la qualità dell’assistenza al fine di migliorare gli esiti a breve e lungo termine di questa “nuova” popolazione di neonati e di utilizzare  in modo appropriato le risorse, problema oggi di pressante attualità. La sfida che è alla base del Convegno, in un momento di grandi difficoltà economiche per la Sanità, è proprio quella di arrivare a fornire a tutte le figure coinvolte nell’assistenza perinatale (politici, amministratori, professionisti clinici) dei nuovi strumenti che permettano una valutazione critica delle scelte assistenziali al fine di raggiungere il miglior compromesso tra spesa sanitaria e miglioramento degli esiti.

04 maggio 2015
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