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Piemonte. Il Movimento 5 Stelle a Saitta: “Se ha diversa concezione democrazia, è un problema suo. Da Regione parole per mascherare tagli”. Intervista a Davide Bono

Il consigliere regionale del M5S replica alle accuse di “sciacallaggio” fatte dall’assessore alle opposizioni in merito alla riorganizzazione sanitaria. “Le opposizioni hanno un ruolo di controllo ed indirizzo e sono il presupposto della democrazia”. Bocciata quasi in totum anche le gestione del sistema: “Fino ad ora sono state parole adoperate semplicemente per mascherare tagli”.

21 SET - Sono giorni concitati per la sanità piemontese. Oggi è prevista la consegna delle prime versioni degli atti aziendali. L'assessore Saitta ha tacciato le opposizioni di sciacallaggio. Ma il Movimento 5 Stelle non ci sta. “Le opposizioni hanno un ruolo di controllo ed indirizzo e sono il presupposto della democrazia. Se Saitta ha una concezione diversa della democrazia, è un problema suo”. Così replica il consigliere penta stellato Davide Bono che in quest’intervista boccia la Regione nella gestione della sanità: “Per quel che riguarda efficienza e razionalizzazione, fino ad ora sono state parole adoperate semplicemente per mascherare tagli”. E il consigliere giudica negativamente anche il coinvolgimento del consiglio regionale: “Anche su nuovi atti aziendali c'è stata poca trasparenza tant'è che i consiglieri non sono stati nemmeno invitati alle presentazioni fatte ai sindaci”.
 
Consigliere, l’assessore Saitta ha criticato le opposizioni sulla riorganizzazione della sanità accusandole di “sciacallaggio”. Come rispondete alle accuse?
Il Movimento restituisce al mittente le accuse. Le opposizioni hanno un ruolo di controllo ed indirizzo e sono il presupposto della democrazia. Se Saitta ha una concezione diversa della democrazia, è un problema suo. Vorrei ricordare all'assessore che il Piemonte è l'unica regione del Nord ad essere in piano di rientro. Questo è frutto di scelte scellerate degli ultimi governi regionali che sono stati sia di destra (Cota, Ghigo) che di sinistra (Bresso). Aggiungo anche che, quando in Corso Regina si prendono decisioni volte ad un effettivo miglioramento del sistema, il nostro gruppo non si è mai opposto. Mi riferisco, ad esempio, alla selezione dei direttori generali, che per la prima volta non è stata effettuata dai partiti con il famoso metodo Cencelli
 
I nuovi atti aziendali dovrebbero portare efficienza e razionalizzazione del sistema sanitario piemontese. Sarà così?
Prima di qualsiasi giudizio ci riserviamo di leggere i documenti redatti della varie aziende sanitarie. In proposito ravvisiamo con rammarico che dopo la riorganizzazione della rete ospedaliera e quella territoriale fatte con delibera di Giunta, anche sugli atti aziendali c'è stata poca trasparenza tant'è che i consiglieri non sono stati nemmeno invitati alle presentazioni fatte ai sindaci. Per quel che riguarda efficienza e razionalizzazione, fino ad ora sono state parole adoperate semplicemente per mascherare tagli. Prova ne sia il maxi-emendamento introdotto dal Governo nel Decreto Legge Enti Locali e ratificato dalla Conferenza Stato-Regioni presieduta da Chiamparino (i miei colleghi in Parlamento gli avevano scritto per intervenire a causa di alcune incredibili modifiche a favore delle case farmaceutiche), che tagliano in modo totalmente lineare il FSN di 2,3 miliardi.

Se fosse toccato a voi scrivere gli atti aziendali quali sarebbero state le priorità?
Premesso che le aziende godono di autonomia organizzativa e quindi non è compito della politica redigere tali atti, certo ci sono alcune scelte fatte dalla troika Chiamparino, Saitta e il Direttore Moirano, che francamente lasciano perplessi. Tra queste spiccano la chiusura di due ospedali su cui erano stati effettuati molti investimenti, mi riferisco al Valdese e all'Oftalmico di Torino, oltre a una certa visione torinocentrica che penalizza le aree marginali. Non c'è dibattito pubblico in cui chi si occupa di sanità non dica "dobbiamo rafforzare il territorio e portare i servizi più vicino al cittadino". Concetto condivisibile soprattutto per un medico di medicina generale come me. Purtroppo nella realtà avviene esattamente il contrario. Prova ne sia, ad esempio, l'idea di realizzare il nuovo Parco della Salute. Non c'è il becco di un quattrino, i debiti frutto delle incapaci gestioni passate abbondano (vedi anche la recente decisione della Corte dei Conti di confermare il deficit 2013 a più di 5 miliardi), ma in assessorato progettano ospedali faraonici con l'ausilio dei privati che certamente rivendicheranno un ritorno importante dei loro investimenti. Ma quando lo capiranno che la cura e l'assistenza non devono essere un business? Il Movimento 5 Stelle da sempre rivendica per la sanità pubblica un ruolo centrale vicina alle reali esigenze dei cittadini. La popolazione piemontese è tra le più anziane del paese ed in futuro le percentuali non potranno che aumentare. Quali sono le politiche sanitarie per la domiciliarità delle cure? Abbiamo tempi di attesa per visite ed analisi spesso improponibili e l'intramoenia non sembra essere la soluzione. Tutto questo ha l'effetto, per chi può, di farsi curare in altre regioni con ripercussioni negative sui bilanci delle Asl. Insomma, sono le risposte a queste domande che vorremmo leggere negli atti aziendali, tutto il resto sono beghe che non ci interessano e che lasciamo ai cacicchi della politica.
 
Claudio Risso

21 settembre 2015
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