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L’Oftalmico di Torino verrà ricollocato. Ma Saitta assicura: “Vantaggi per pazienti e operatori”

“Non si può tornare indietro rispetto a decisioni concordate dalla Giunta precedente con Roma”. Così l’assessore alla sanità è intervenuto in Consiglio regionale, dove un gruppo di dipendenti e pazienti dell'ospedale si erano radunati per protestare contro la chiusura della struttura.

14 OTT - “Non è possibile tornare indietro rispetto a decisioni prese nel passato con Roma, ma il trasferimento delle strutture attualmente presenti all’interno dell’ospedale Oftalmico presso due Hub quali l’Aou Città della Salute e il San Giovanni Bosco porterà vantaggi sia ai pazienti sia agli operatori, migliorando il livello delle prestazioni, la qualità dell’assistenza e la sicurezza. Il tutto avverrà senza creare problemi ai malati, nessun dipendente rischierà di perdere il posto di lavoro, e manterremo il Pronto Soccorso h24 e così il Centro di riabilitazione visiva. In questa operazione la Regione coinvolgerà i sindacati, gli operatori e i professionisti che lavorano nel presidio e le associazioni dei pazienti a partire dall’Unione italiana ciechi”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta, a margine della seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata al futuro dell’Ospedale Oftalmico di Torino. Nel frattempo, fuori dal Consiglio, un gruppo di dipendenti e pazienti, raccolti in un Comitato in difesa dell'ospedale, ha messoin atto un presidio per protestare contro la sua chiusura.

Secondo l’assessore, comunque, “l’inserimento delle attività attualmente ospitate all’Ospedale Oftalmico presso strutture ospedaliere complesse, dotate di tutte le funzioni di strutture ‘di secondo livello’, quali la Città della Salute o l'Ospedale S. Giovanni Bosco, porterà vantaggi da numerosi punti di vista. Intanto, garantirà ai pazienti attualmente tutte le attività di supporto diagnostico e terapeutico necessarie e non presenti attualmente all’Oftalmico, quindi senza necessità di trasferimento del paziente come accade oggi. Analogamente, arricchirà le competenze delle Strutture ‘ospiti’ di una specialistica di eccellenza, mettendo a disposizione di pazienti e professionisti l'esperienza maturata presso l'Oftalmico, e favorirà l'integrazione tra specialisti (oculisti, neurochirurghi, cardiologi, ecc.) permettendo la crescita e l’affinamento delle diverse tecniche di approccio al paziente.  Tutto questo si tradurrà in aumento della qualità dell'assistenza dal momento che verrà aumentata la sicurezza dei pazienti (mettendo a disposizione degli stessi tutti i supporti eventualmente necessari, compresi quelli legati all’assistenza in emergenza e intensiva - in particolare nei casi di complicanze e/ o di emergenze cardiovascolari o neurologiche – e riducendo gli eventuali trasporti/trasferimenti legati all'espletamento di prestazioni/attività non presenti presso l'Ospedale Oftalmico). Senza dimenticare che la ricollocazione delle attività e l’organizzazione più efficiente del personale consentirà di ‘liberare’ risorse preziose da impiegare a favore dei cittadini”.

“Non si può tornare indietro rispetto a decisioni che sono state concordate dalla Giunta precedente con Roma. I Programmi Operativi del piano di rientro e le relative DGR del 2013 prevedevano la dismissione dell’Oftalmico e il trasferimento delle attività alla Città della Salute già entro il marzo 2014, cosa poi non realizzata da chi ci ha preceduto - ha aggiunto l’assessore Saitta – Garantisco, però, che l’operazione di ricollocazione delle attività dell'Ospedale Oftalmico, in linea con la generale tendenza al superamento degli ospedali monospecialistici, verrà pianificata al fine di garantire un’offerta più completa e sicura al cittadino, con l’ottica di mantenere e, ove possibile, valorizzare le attività attualmente svolte. La pianificazione richiederà un certo tempo proprio per la volontà di salvaguardare un'attività di riferimento per la città da una parte e, dall'altra, di intervenire presso Strutture Ospedaliere ad altissima complessità e nel contempo garantire la buona accessibilità ai pazienti. Le Direzioni delle Aziende Sanitarie coinvolte (Torino1, Torino2 e Città della Salute) hanno previsto nei rispettivi atti aziendali quanto indicato dalla programmazione regionale e sono iniziate le attività di approfondimento tecnico necessarie alla ricollocazione che prevediamo di realizzare nel 2016”.

14 ottobre 2015
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