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Torino. Ginecologa percepiva indennità esclusività ma lavorava in extramoenia. Truffa alla Asl per 100mila euro. Saitta: “Se accuse confermate, fatto grave”

La ginecologa era autorizzata solo due giorni a settimana e in precise fasce orarie a esercitare l’attività presso il suo studio privato a Ivrea. In realtà, è stato scoperto, la dottoressa aveva anche un secondo studio medico di sua proprietà a Cuorgnè non previsto dal contratto con la Asl. Oltre a essere stata denunciata, il caso è stato anche segnalato alla Corte dei Conti. 

20 OTT - Un’attività della Guardia di Finanza ha portato alla luce una truffa aggravata e reati contro il peculato ai danni all’erario da parte di una ginecologa di Ivrea, nel Canavese, che è stata è stata denunciata. La dottoressa, è stato accertato dalle Fiamme Gialle, ha percepito indebitamente e per anni le indennità riconosciute e previste per l’attività professionale in regime di “intramoenia”, esercitando la propria professione al di fuori dei giorni e orari previsti dal contratto la l’Asl To4 a cui apparteneva.

La ginecologa era autorizzata solo due giorni a settimana e in precise fasce orarie a esercitare l’attività presso il suo studio privato a Ivrea. In realtà, è stato scoperto, la dottoressa aveva anche un secondo studio medico di sua proprietà a Cuorgnè, il quale non era previsto dal contratto e ciononostante all’interno vi erano molte visite mediche in cui la stessa intascava dai pazienti la quota che in realtà sarebbe dovuta essere versata all’Asl. Il danno causato al Sistema Sanitario Nazionale è stato calcolato in circa 100 mila euro. Oltre a essere stata denunciata, la ginecologa è stata anche segnalata alla Corte dei Conti per gli eventuali profili di responsabilità contabile e amministrativa in termini di “danno erariale”. 

Nei confronti della professionista è stato aperto un provvedimento da parte dell’Asl TO4. Sul caso è prontamente intervenuto anche l’assessore alla Sanità Antonio Saitta che ha dichiarato “La Direzione generale dell’Asl TO4 ha comunicato all’assessorato di aver immediatamente promosso il procedimento disciplinare. Fermo restando che attendiamo l’esito delle indagini, è evidente che se le accuse fossero dimostrate, si tratterebbe di un fatto grave e da stigmatizzare con fermezza. Bene ha fatto l’Azienda ad acquisire gli atti e ad avviare con celerità le verifiche del caso. Non possiamo permetterci che questi comportamenti fortemente disdicevoli si verifichino, provocando danni all’erario ed anche per la reputazione del sistema sanitario regionale".
 
Claudio Risso 

20 ottobre 2015
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