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Torino. Alle Molinette arriva la nuova Tac Revolution da 1,5 mln di euro

È la seconda in Italia. La prima è stata installata a Milano in un Centro dove si eseguono esclusivamente esami del cuore, mentre alle Molinette verrà utilizzata per lo studio di tutto il corpo in ogni tipo di patologia. Costo totale 1,5 milioni di euro.

16 GEN - Nuova TC Revolution della Radiologia universitaria dell'ospedale Molinette di Torino. L’apparecchiatura della GE, installata nella Radiologia diretta dal professor Giovanni Gandini è la seconda in Italia. La prima è stata installata a Milano in un Centro dove si eseguono esclusivamente esami del cuore, mentre alle Molinette verrà utilizzata per lo studio di tutto il corpo in ogni tipo di patologia, sfruttando pienamente le enormi potenzialità della macchina, che giustificano l’entità della spesa sostenuta.
 
Il costo. Il costo complessivo è stato di € 1.500.000. L'acquisizione è stata effettuata grazie al fondamentale contributo di € 1.200.000 della Compagnia di San Paolo, mentre la rimanente parte è stata finanziata dalla Città della Salute di Torino.
 
Le caratteristiche della nuova Tc. Due sono le caratteristiche peculiari della Revolution che, associate, la rendono di gran lunga superiore a qualsiasi altra apparecchiatura: il miglioramento dei risultati diagnostici ed una importante riduzione della dose di radiazioni ionizzanti per il paziente (fino al 90% in meno rispetto ad apparecchiature tradizionali).
Il miglioramento del risultato diagnostico si è ottenuto essenzialmente portando lo spessore dello strato acquisito in una unica rotazione dai 4 cm delle macchine tradizionali a 16 cm senza perdita del potere di risoluzione.
 
Questo significa che un intero organo (come il cuore, il fegato o i reni) viene studiato nel tempo brevissimo (0,28 sec) di una sola rotazione, annullando qualsiasi “artefatto” da movimento.
 
In pratica queste caratteristiche consentono per esempio di studiare le arterie coronarie, ampliando molto le indicazioni alla coronaro-TC nei confronti della coronarografia tradizionale, che dovrebbe essere utilizzata in prima istanza solo in urgenza o in tutti i pazienti ad alto rischio, nei quali vi sono molte probabilità di dover intervenire con l’inserimento di uno stent.
 
“Al di fuori dello studio del cuore – si legge in una nota dell’ospedale - molte potenzialità della Revolution sono ancora da scoprire, considerato il numero molto limitato di apparecchiature installate al mondo. Nella Città della Salute e della Scienza vengono trattati molti pazienti con patologie complesse (basti pensare ai trapiantati di fegato, di cuore o di reni) che si avvarranno, grazie alla Revolution, di diagnosi sempre più precoci e precise con dose di radiazioni molto minori. L'obiettivo più importante è pertanto quello di divenire un Centro di riferimento non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa per stabilire le modalità di studio degli altri organi al di là del cuore, soprattutto del fegato o dei vasi.
Infatti è fondamentale ritornare a sottolineare come con questa macchina si ottenga una riduzione della dose di radiazioni mediamente dell’80/90% in meno rispetto alle altre apparecchiature”. 

16 gennaio 2016
© Riproduzione riservata

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