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Piemonte. Turni del personale infermieristico. Botta e risposta tra assessore Saitta e presidente del Collegio Ipasvi dopo le dichiarazioni del direttore regionale Moirano

L’occasione è un incontro pubblico nell’Asl To4 di Torino. L’intervento è quello di Fulvio Moirano, Direttore della Sanità della Regione Piemonte. L’oggetto i turni del personale infermieristico. Ed è polverone. L’Ipasvi di Torino, attraverso la sua presidente Maria Adele Schirru esprime, con un comunicato, la profonda indignazione.

01 GIU - L’occasione è un incontro pubblico nell’Asl To4 di Torino. L’intervento è quello di Fulvio Moirano, Direttore della Sanità della Regione Piemonte. L’oggetto i turni del personale infermieristico. Ed è polverone. L’Ipasvi di Torino, attraverso la sua presidente Maria Adele Schirru esprime, con un comunicato, la profonda indignazione rispetto alle dichiarazioni espresse dal Direttore Moirano.
 
Nel suo intervento il direttore della sanità regionale, si legge nel comunicato, ha detto “Quando sento dire che gli infermieri sono morti di lavoro perché hanno fatto 80.000 ore in 15 anni ….diciamo i calcoli che abbiamo noi è che gli infermieri, che pur fanno i turni …..io spero che tutte queste ore siano ore non sbrodolate perché chi fa i turni normalmente non dovrebbe avere minuti frastagliati cioè se è finito il turno, se uno monta alle 6.32 e l’orario è alle 7 io, nei miei turni partivo dalle 7 quando facevo il Direttore Sanitario. Poi se smontavo alle 14.08 erano 14. Io conosco alcuni che parcheggiano la macchina… diciamo non la parcheggiano vanno a bollarsi poi vanno a parcheggiare, ne ho viste di tutti i colori, io li ho visti gli ospedali perché ho i capelli bianchi, sono quasi 40 anni che faccio questo mestiere. (…) Gli infermieri hanno fatto in Piemonte nelle realtà più faticose 36 ore e 40 minuti di lavoro settimanale perché lavorano 36 ore (…). Io faccio molte più di 36 ore settimanali. Io vorrei farli lavorare 40 ore se potessi fare io il contratto …il contratto è di 36, prendo atto che è di 36 (…). Alle Molinette ci sono 1500/2000 dipendenti di troppo … se uno perde 180 milioni di euro vuol dire che almeno 100 milioni sono sul personale che non produce adeguatamente”.

“Chiedo all’assessore Saitta se è possibile accettare tali parole da chi riveste un ruolo tecnico apicale in un settore così delicato quale è la Sanità – afferma la presidente del collegio Maria Adele Schirru -. Da anni, ormai, il personale infermieristico è soggetto a grandi sacrifici volti a garantire risposte ai bisogni di salute della nostra popolazione e di certo non merita parole così pesanti e soprattutto generalizzazioni così pericolose. Su questo punto vorrei fare chiarezza. Ho l’esperienza per poter dire che sicuramente, così come accade in tutte le categorie professionali, vi sono soggetti (pochi!) che abusano dei diritti; vero è che, vi sono nelle nostre organizzazioni, professionisti preposti ai controlli. Da una lettura superficiale delle parole del Dr. Moirano – prosegue la Schirru - parrebbe esserci uno scarto tra dati oggettivi e quelli che, credo di poter definire, soggettivi. Sulla base dei risultati raggiunti dalla Sanità della nostra Regione, considerata sicuramente una delle migliori e meglio organizzate d’Italia, non si può ipotizzare che chi ha svolto ore straordinarie, nonostante la situazione legata al piano di rientro che solo nell’ultimo anno sta dando segni di ripresa, possa averlo fatto in modo pretestuoso; credo di poter affermare, invece, che ogni ora, ogni minuto di straordinario degli infermieri è stato utilizzato per far fronte ad esigenze reali di servizio. Offesi nella dignità di professionisti, chiediamo all’Assessore di intervenire mandando un segnale forte di rispetto verso chi, con fatica (vista anche l’età media della nostra popolazione professionale), assiste quotidianamente chi soffre garantendo la tenuta del nostro caro servizio sanitario regionale”.

Pronta la risposta dell’assessore Antonio Saitta: “Sono consapevole di quanto gli infermieri e le infermiere siano una risorsa fondamentale per la nostra sanità piemontese. Ho avuto spesso occasione di riconoscere ed elogiare il loro lavoro ed anche i sacrifici che la categoria nel complesso ha sopportato (esattamente come quella dei medici e di tutte le professioni, sanitarie e non) nei lunghi anni in cui in Piemonte si era preferito bloccare completamente il turn over come facile soluzione per evitare di incidere invece sugli sprechi e di decidere razionalizzazioni. Io invece (e con me i tecnici, a cominciare da Fulvio Moirano) ho lavorato fin da subito con impegno diretto e decisioni spesso impopolari per sbloccare il prima possibile le assunzioni nonostante il piano di rientro dal debito sanitario: per questo nel periodo 2015/primo trimestre 2016 in Piemonte posso affermare con soddisfazione che abbiamo assunto in totale 971 infermieri e che le assunzioni continuano e si intensificheranno, destinate nelle Aziende dove serve personale per i pronto soccorso, per eliminare le liste d'attesa, per avviare l'assistenza territoriale”.
 
“Questa è la risposta concreta e positiva che l'assessore alla sanità della Regione e la squadra tecnica che lavora con me hanno dato alla categoria degli infermieri. Il direttore Moirano - prosegue Saitta - nella risposta ad un rappresentante sindacale che lamentava una presunta indifferenza regionale sulla carenza infermieristica in particolare della Asl To 4 ha voluto, forse con toni provocatori, ma di certo senza malafede, far riflettere sul fatto che gli infermieri non lavorano solo su tre turni, ma anche su due o con orario diurno libero e che quindi occorre capire quali siano le regole aziendali per il conteggio orario”.
 
“So bene – precisa Saitta - che non è corretto generalizzare ed è per questo che in assessorato ho fatto raccogliere i conteggi precisi delle ore che da anni vengono accumulate come straordinario e delle giornate di ferie non godute dal personale infermieristico in tutte le aziende sanitarie: le medie parlano di numeri nell'insieme e pro capite annuo non rilevanti, ma li esamineremo con Ipasvi quanto prima e con le singole direzioni aziendali“.
 
“Le pecore nere – conclude l’Assessore - nel pubblico impiego sono per mia esperienza diretta un numero infinitamente minore delle migliaia di dipendenti (infermieri e non solo) che lavorano con passione, spesso con eroismo”.
 

01 giugno 2016
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