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Pma, al Cardinal Massaia fivet di terzo livello pronta al decollo

Tutto pronto per l’avvio delle attività del Centro “fecondazione in vitro embrio transfer” meglio conosciuta come Fivet di terzo livello dell’Asl di Asti. “Una struttura moderna e con tecnologie avanzate che sarà di riferimento per il Piemonte e non solo”, dichiara il Dg Ida Grossi.

27 LUG - Tutto pronto, all'Asl di Asti, per l’avvio delle attività del Centro “fecondazione in vitro embrio transfer” meglio conosciuta come Fivet di terzo livello. Quello che qualche tempo fa era stato annunciato come un progetto in itinere ha trovato la sua realizzazione nella struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Cardinal Massaia diretta dal dott. Maggiorino Barbero. Ad annunciarlo, in una nota, è la stessa Asl di Asti.

“Alcuni anni – spiega Barbero nella nota - fa abbiamo ricevuto con l’Aou di Novara, un finanziamento di circa 600 mila euro per la  realizzazione di un Centro PMA (Procreazione medicalmente assistita), fecondazione in vitro ‘Fivet di terzo livello’. Il centro finalmente ha tutte le carte in regola per partire con tutte le attività previste dal protocollo di fecondazione assistita. E’ importante sottolineare che in questo ambito la nostra azienda sarà un riferimento regionale alla luce del continuo incremento delle richieste in questo settore. Questo permetterà di stoppare l’emorragia verso la Lombardia che, al momento, dispone di una maggiore offerta”.

Il centro astigiano sarà dunque in grado di fornire un servizio di tecnica di terzo livello che, ricorda la Asl, “consiste (in anestesia locale) nel prelievo microchirurgico di gameti dal testicolo; di prelievo ambulatoriale degli ovociti ed embrio transfert. L’intervento si effettua senza necessità di ricovero.”

Di servizio di “grande significato” per l’intera Regione parla Ida Grossi Direttore generale dell’Asl AT: “Con questo servizio la nostra azienda si inserisce nel circuito della fecondazione assistita diventando un centro di riferimento per il Piemonte e, sono convinta, che lo sarà anche per cittadini di altre regioni. Soprattutto eviteremo che chi necessita di questo servizio lo debba andare a cercare o nel privato o in Lombardia”.

La Asl ricorda quindi che per Procreazione Medicalmente Assistita  (PMA) si intende l’insieme di tutti quei trattamenti per la fertilità nei quali i gameti, sia femminili (ovociti) che maschili (spermatozoi), vengono trattati al fine di determinare il processo riproduttivo. Queste tecniche sono utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, laddove questo non possa riuscire spontaneamente.

“La riproduzione assistita è possibile, quindi, mediante una gamma di opzioni terapeutiche, a diverso grado di invasività. Nel nostro Paese sono state suddivise, tenendo conto della loro complessità e necessità o meno di anestesia, in tecniche di I livello e tecniche di II e III livello. Non esiste una tecnica migliore o peggiore dell’altra, ma semplicemente quella più idonea al quadro clinico presentato da ogni diversa coppia”.

Ecco come la Asl illustra le tre diverse tecniche.

Tecniche di primo livello
•    Inseminazione Intrauterina semplice (HIUI homologous intra uterine insemination) con seme del partner.
Questa tecnica prevede, l’introduzione del seme maschile nella cavità uterina  contemporaneamente al monitoraggio dell’ovulazione della donna per favorire l’incontro spontaneo nel corpo femminile dei due gameti.
Si può eseguire su ciclo spontaneo o con la stimolazione farmacologica dell’ovulazione.

Tecniche di secondo e terzo livello
•    FIVET( fecondazione in vitro embrio transfer) o IVF (in vitro fertilization).
Questa tecnica prevede  una serie di azioni:
        Stimolazione farmacologica dell’ovaio per produrre più ovociti
        Prelievo chirurgico degli ovociti prodotti
        Inseminazione degli ovociti in laboratorio
        Fecondazione degli ovociti
        Sviluppo degli embrioni
Questo processo è molto delicato e avviene sotto lo stretto controllo dei biologi ed embriologi su delle piastre speciali con dei mezzi di coltura che danno il nutrimento alle cellule, all’interno di incubatori, nei quali vengono seguiti tutti i processi di divisione cellulare che porteranno alla formazione dell’embrione.
        Trasferimento degli embrioni in utero.
•    ICSI (iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo).
E' una particolare metodica di fertilizzazione, che prevede gli stessi passaggi della Fivet, fino al momento della fecondazione, che, come abbiamo già anticipato, avviene tramite iniezione diretta di un singolo spermatozoo all’interno del citoplasma dell’ovocita.
Questa tecnica, scoperta nel 1992 dal ricercatore Italiano Giampiero Palermo, nacque per risolvere tutti quei casi di infertilità da fattore maschile, laddove non c’era la possibilità o un numero sufficiente o una motilità degli spermatozoi, tale da tentare una fecondazione spontanea.

Le tecniche FIVET e ICSI si distinguono nella loro applicazione in:
        “cicli a fresco”, quando nella procedura vengono utilizzati embrioni, che sono stati appena fecondati
        “cicli da scongelamento” se gli embrioni o gli ovociti sono stati precedentemente crioconservati e sono stati scongelati per effettuare quel ciclo di trattamento.
•    GIFT (gamete intrafallopian transfer) è una tecnica ormai poco utilizzata, che prevede, attraverso una piccola incisione sull’addome, il trasferimento degli ovociti non fertilizzati e del liquido seminale nelle tube di Falloppio, attraverso uno strumento a fibre ottiche.
•    Prelievi testicolari
tecniche che prevedono il prelievo testicolare di spermatozoi in caso di azoospermia:
        Aspirazione Percutanea di Spermatozoi per via Testicolare (TESA)
        Estrazione di Spermatozoi per via Testicolare (TESE)
        Aspirazione Microchirurgica di Spermatozoi dall’Epididimo (MESA)
        Aspirazione Percutanea di Spermatozoi dall’Epididimo (PESA).

Crioconservazione
Nelle procedure di PMA rientrano anche le tecniche di crioconservazione dei gameti (ovociti e spermatozoi) e degli embrioni.
Negli ultimi anni i progressi fatti anche dai ricercatori Italiani, nel campo della crioconservazione ovocitaria, e i più di 1.500 bambini nati in Italia, a seguito dell’applicazione di questa tecnica, hanno fatto sì che, oggi, possa essere considerata una tecnica sicura ed efficace.
Per questo motivo viene proposta anche nei casi di pazienti oncologiche o con patologie iatrogene, che debbano sottoporsi a terapie tali da mettere a rischio la loro fertilità futura, per preservare la loro capacità riproduttiva.

27 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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