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Asl Novara. Morte in culla, ecco alcune misure utili per prevenirla

Il doloroso problema della morte in culla affrontato dagli esperti dell’azienda sanitaria novarese. Per una più capillare sensibilizzazione e informazione dei genitori su questa grave patologia sono stati esposti dei cartelli con le principali norme di prevenzione nei locali maggiormente frequentati dalla mamme durante il periodo di degenza in ospedale, norme che a breve verranno allegate anche al libretto di dimissione del neonato.  

07 SET - E' l'incubo di tutti i neo genitori, la morte in culla dei neonati. La sindrome della morte in culla, o sudden infant death syndrome (Sids), colpisce i bambini tra un mese e un anno di età, non corrisponde a una precisa patologia e se ne parla quando si escludono tutte le cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi, (previa autopsia e analisi accurate dello stato di salute del bambino e delle circostanze della sua morte). 
 
In Italia colpisce ogni anno 300 bambini, ossia uno ogni 2000 nati sani e si verifica, soprattutto, nei primissimi mesi di vita del bambino (soprattutto tra i 2 e i 4 mesi) e, sembrerebbe interessare maggiormente i bimbi di sesso maschile, spesso nati prematuramente.

Ne parliamo con il Direttore della Struttura Complessa Pediatria e Neonatologia del Presidio Ospedaliero di Borgomanero, Oscar Nis Haitink.
 
Dottore è vero che non è stata ancora definita con sicurezza una specifica causa medica in grado di spiegare la Sids?
Secondo quanto riportato dalle ricerche condotte, la ragione della morte in culla potrebbe risiedere in anomalie nella zona cerebrale che controlla il respiro, la frequenza cardiaca e il ritmo sonno- veglia a cui si sovrappongono altri fattori di rischio secondo un modello di triplice rischio: bambino vulnerabile + periodo di sviluppo critico + fattori di rischio esterni.

Quali fattori di rischio possono intervenire?
In primis, il neonato apparentemente sano e normale, soffre in realtà di una anomalia nel sistema di regolazione del ritmo cardiaco, respiratorio (bambino vulnerabile) in un periodo di sviluppo particolare (in particolare i primi sei mesi di vita) caratterizzato da una rapida crescita e di fisiologiche modificazioni dei meccanismi di regolazione e di mantenimento dell’omeostasi che possono temporaneamente destabilizzare il bambino (periodo critico) a cui si devono tuttavia aggiungere fattori esterni quali il surriscaldamento corporeo, banali infezioni delle prime vie respiratorie, il “fumo passivo”, la posizione prona (a pancia sotto) o il far dormire il bambino su materassi, cuscini e piumini soffici e avvolgenti che possono determinare la reinalazione dell’anidride carbonica e una riduzione dell’ossigeno.
 
Il bambino si addormenta e passa dal sonno alla morte, ma possiamo mettere in attore delle misure di prevenzione?
Certamente, infatti soltanto se i tre elementi, suscettibilità individuale - periodo vulnerabile - fattori di rischio, sono contemporaneamente presenti si verifica l’evento e quindi l’eliminazione di uno di essi, quale ad esempio il dormire sulla pancia, può ridurre sensibilmente i rischio di morte improvvisa.
In particolare, ai genitori si raccomanda infatti di:
• far dormire i propri bambini sulla schiena; fino a quando il bambino non inizia a girarsi da solo, è consigliabile farlo dormire in posizione supina in modo tale che in caso di rigurgito, esofago e trachea si trovino sovrapposti l’uno all’altro con la trachea posta più in alto rispetto all’esofago. Sconsigliate le posizioni laterali e quelle sulla pancia che possono comportare, come la posizione prona, il re-breathing dell’anidride carbonica;
• non fumare durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino negli ambienti in cui il piccolo vive;
• coprire il bambino con coperte che rimangano ben rimboccate e che non si spostino durante il sonno, coprendo il viso e la testa del neonato. L'utilizzo di coperte, piumini, trapunte nel letto del piccolo andrebbe ridotto al minimo. In caso di febbre, non coprire il bambino con coperte e trapunte, ma scoprirlo, per quanto possibile, in modo che non abbia eccessivamente caldo;
• non utilizzare cuscini soffici, o altri materiali che possano soffocare il bambino durante il sonno. La culla o il lettino del bimbo dovrebbero essere liberi da pupazzi, peluche, cuscini, giochi. Anche in caso di utilizzo di paracolpi (inutile, comunque, nei primissimi mesi dato che il bambino non si muove), assicurarsi che questo sia agganciato anche sotto al lettino e non solo alle sbarre; l'uso del ciuccio a partire dal primo mese (ossia da quando l'allattamento al seno è stato ben avviato) sembra invece ridurre il rischio di morte in culla e quindi il suo utilizzo nei primi 12 mesi durante la nanna del bimbo non è sconsigliato;
• allattare al seno il bambino nei primi sei mesi di vita contribuisce ad una immunizzazione corretta e riduce il rischio di Sids;
• far dormire il bambino in un ambiente a temperatura adeguata, né eccessivamente caldo né troppo freddo, e con sufficiente ricambio di ossigeno. La temperatura in casa durante la notte non dovrebbe mai superare i 20 gradi;
• limitare la presenza contemporanea nel letto del bambino con altre persone; non solo nel lettone di mamma e papà, ma anche con fratelli, sorelle, cugini...
Per una più capillare sensibilizzazione e informazione dei genitori su questa grave patologia abbiamo esposto dei cartelli con le principali norme di prevenzione nei locali maggiormente frequentati dalla mamme durante il periodo di degenza in ospedale (Nido, ambulatorio ecc), norme che a breve verranno allegate anche al libretto di dimissione del neonato.  

07 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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