Torino. Lettera Ipasvi a Saitta per chiedere nuove assunzioni di infermieri
Dall'Ipasvi di Torino fanno notare come dal 2009 e fino al 2014, secondo i dati consolidati del Conto annuale, il loro numero in Piemonte è calato del 2,91% (-644). Lo stipendio medio degli infermieri piemontesi si è ridotto dello 0,6% circa, lo straordinario è aumentato del 3,52%. L'Ipasvi chiede, nella lettera, nuove assunzioni per gli infermieri
27 OTT - In merito alla recente notizia della
decisione della Giunta regionale del Piemonte di aumentare gli stipendi dei direttori generali delle aziende ospedaliere regionali,
Maria Adele Schirru, presidente del Collegio Ipasvi di Torino, ha inviato una lettera all'assessore alla Sanità regionale,
Antonio Saitta. Nel testo della lettera si sottolinea la necessità di nuove assunzioni fra gli infermieri della Regione, necessità stringente attesa dal 2009 quando è iniziato invece il calo delle risorse.
"La notizia che la nostra Regione - scrive
Schirru - ha raggiunto il pareggio di bilancio, anzi si ipotizza un avanzo di alcuni milioni, fa da battistrada all’uscita del Piemonte dal piano di rientro. Tutto questo rappresenta per noi professionisti che abbiamo contribuito (tutti) alla riuscita di una programmazione dimostrata vincente, il miglior premio, consapevoli che la situazione finanziaria generale non può farci immaginare un recupero delle risorse perse in sette anni senza contratti e che i cambiamenti normativi con cui la professione infermieristica farà ulteriori passi avanti assieme alla crescita del servizio sanitario regionale, sono in cantiere, ma dovranno essere regolamentati e ratificati dai contratti e a livello di accordi Stato-Regioni".
"Siamo consapevoli - prosegue il presidente del Collegio Ipasvi di Torino - che il contratto dei manager sfugge alle regole e alla logica del pubblico impiego e si configura come un rapporto privatistico diretto tra il datore di lavoro-Regione e il professionista-direttore generale. Il fatto è che il risultato ottenuto nella nostra Regione è frutto di un lavoro di squadra, sicuramente guidata dai direttori generali, ma che senza la partecipazione e l’abnegazione di tutti i professionisti non sarebbe stato mai raggiunto".
"Gli infermieri attendono da anni - avverte
Schirru - di far fronte se non alla recessione economica, almeno alle necessità professionali, attivando nuove assunzioni ed evitando di chiedere ulteriori sacrifici a chi è in servizio. Dal 2009 e fino al 2014, secondo i dati consolidati del Conto annuale, il loro numero in Piemonte è calato del 2,91% (-644). E anche se dal 2015 la situazione si ipotizza stia migliorando, non ci sono ancora riscontri in grado di testimoniarlo e anche i nuovi concorsi sono alle porte, ma per ora solo sulla carta. Lo stipendio medio degli infermieri piemontesi si è ridotto dello 0,6% circa (senza considerare la perdita del potere di acquisto e l’aumento del costo della vita), lo straordinario è aumentato del 3,52% a testimonianza del superlavoro richiesto per la carenza di organici: ce ne vorrebbero almeno 1.028 in più per rispettare i termini di orari di lavoro e turni di riposo secondo le regole Ue e non meno di 3.500 in più per riorganizzare davvero i servizi anche sul territorio".
"Il percorso migliore - conclude il presidente del Collegio Ipasvi di Torino - è sicuramente quello finora seguito che ha dato i suoi risultati: tutti insieme abbiamo lavorato per la migliore assistenza possibile, tutti insieme garantiamo ogni giorno, ognuno col proprio lavoro, la riuscita, la tenuta e il miglioramento del sistema, tutti insieme raggiungeremo il momento del giusto premio e del giusto riconoscimento per il lavoro svolto, senza che qualcuno possa sentirsi dimenticato o sottovalutato come professionista e come persona".
Lorenzo Proia
27 ottobre 2016
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