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Continua l'iter per una nuova, unica Asl per la Città di Torino

La delibera approvata a metà luglio dalla Giunta è stata illustrata ieri alle commissioni consiliari di Regione Piemonte e Comune di Torino, la decisione finale spetterà al Consiglio regionale entro fine anno. Per l’assessorato alla Sanità, il progetto costituirà “un banco di prova importante per verificare l’efficacia di un modello di governance che potrebbe nel prossimo futuro essere applicato anche ad altre realtà”.

11 NOV - L’obiettivo è creare un’unica azienda sanitaria per la città di Torino. Ma “non può essere interpretata come la mera somma delle due realtà esistenti, la To1 e la To2”. A precisarlo è una nota della Regione, che a metà luglio aveva già approvato la delibera che proponeva l’unificazione (entro fine anno la decisione finale spetterà al Consiglio regionale) e che ieri pomeriggio è stata illustrata dal direttore generale della Asl To2 e commissario della To1, Valerio Alberti, alle commissioni consiliari di Regione Piemonte e Comune di Torino riunite in seduta congiunta a palazzo Lascaris.

La Regione Piemonte, secondo le indicazioni dell’assessore alla Sanità, intende la creazione della nuova Asl unica del capoluogo come un’occasione per rileggere i bisogni della domanda e dell’offerta dei servizi ai Torinesi con una riflessione su quanto si sta facendo nelle due Aziende e sulle possibili aree di miglioramento: la popolazione interessata è quella della città di Torino, circa 900.000 abitanti, di cui il 11,6%  entro i 13 anni, il 11,5% tra i 65 e i 74 anni, il 13,9% ≥ 75 anni e il 15,3% stranieri residenti.

“L’unificazione - come ha precisato ai consiglieri comunali e regionali il direttore generale Alberti - non sarà gestita come un processo notarile ma come occasione per creare valore nelle attività assistenziali e nell’efficienza operativa, uniformando i servizi su standard più elevati (senza prevedere accorpamenti di servizi se non quelli già individuati negli atti aziendali delle ASL To1 e ASL To2), garantendo maggiore efficienza gestionale in particolare su sedi territoriali, orari di apertura, centralizzazione e specializzazione del front office, ma soprattutto prevedendo uniformità di procedure e percorsi assistenziali con particolare riferimento alle aree della geriatria, della non autosufficienza, della disabilità e della continuità assistenziale”.

Qualche esempio concreto: per quanto riguarda ad esempio l’assistenza domiciliare, la nuova Asl unica torinese consentirà  uniformità e tempestività dei tempi di risposta, l’ampliamento dell’arco temporale in cui viene garantito il servizio, il potenziamento e la revisione del modello organizzativo delle cure palliative e delle cure domiciliari, in un’ottica di maggiore integrazione, ma soprattutto il potenziamento dell’assistenza domiciliare mediante la revisione dei modelli organizzativi ad oggi esistenti. Particolare attenzione sarà riservata al tema dell’integrazione fra ospedali e territorio con l’attivazione nella nuova Asl unica di un unico dipartimento di continuità assistenziale dell’adulto e dell’anziano, per la presa in carico in modo omogeneo dei pazienti dopo la fase acuta.

In questo senso, fondamentale il tassello del collegamento sul piano operativo dei tre ospedali cittadini delle Asl TO1 e TO2 San Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Martini che consentirà di generare collaborazioni e sinergie legate alle singole discipline.

Per l’assessorato regionale alla Sanità, il progetto dell’Asl unica cittadina “costituirà un banco di prova importante per verificare l’efficacia di un modello di governance che potrebbe nel prossimo futuro essere applicato anche ad altre realtà piemontesi a partire dalla condivisione e legame tra diversi settori di attività: si pensi  ad esempio, alle politiche del personale o alla farmaceutica”.

11 novembre 2016
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