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Asl CN1. La Radiofrequenza per combattere il dolore

Nuova attività eseguita da gennaio all’ospedale di Savigliano. “La radiofrequenza è una tecnica che consente di ottenere un’analgesia, cioè il sollievo dal dolore persistente o continuo per un periodo di tempo superiore a quello che si otterrebbe con il solo utilizzo di farmaci”, spiega Dario Giaime, anestesista che coordina tale attività dal punto di vista clinico come responsabile della Terapia Antalgica.

16 MAR - Si chiama Radiofrequenza continua e pulsata ed è una nuova attività mini-invasiva per il trattamento del dolore, tecnica iniziata, dal mese di gennaio, all’ospedale di Savigliano presso la Struttura di Terapia Antalgica che fa parte dell’Anestesia e Rianimazione diretta da Lucia Maria Fenoglio. Lo comunica una nota della Asl Cn1.

“Nel caso della radiofrequenza continua (con temperature maggiori di 43°C) si sfrutta il calore generato dal campo elettrico, effettuando una termo-ablazione permanente ed irreversibile del nervo. La radiofrequenza pulsata (con temperature inferiori a 43°C) agisce modulando lo stimolo doloroso a livello spinale, impedendo in modo reversibile la conduzione nervosa lungo le colonne dorsali del midollo spinale”, spiega la nota che evidenzia come “questa nuova metodica, unita alle altre procedure mini-invasive, pone il servizio di algologia del Ss. Annunziata di Savigliano, alla luce dei protocolli operativi elaborati dalla Regione Piemonte, come centro di riferimento di eccellenza per il trattamento del dolore”.

“La radiofrequenza – afferma Dario Giaime, anestesista che coordina tale attività dal punto di vista clinico come responsabile della Terapia Antalgica - è una tecnica che consente di ottenere un’analgesia, cioè il sollievo dal dolore persistente o continuo per un periodo di tempo superiore a quello che si otterrebbe con il solo utilizzo di farmaci”.

L’analgesia è ottenuta tramite una lesione termica delle fibre che conducono lo stimolo doloroso: ciò permette la ripresa di una migliore autonomia nelle attività quotidiane e la possibilità di intraprendere un programma rieducativo e riabilitativo altrimenti difficile da realizzare. La durata complessiva della radiofrequenza, che si effettua in anestesia locale (ed eventuale sedazione), è variabile da 40 a 70 minuti e si esegue, solitamente, in regime di day hospital.

La tecnica può essere utilizzata per il trattamento del dolore cronico della colonna vertebrale, lombalgie, compressioni del nervo, disfunzioni del disco intervertebrale, disfunzioni sacroiliache, cefalea, dolore post-operatorio.

E’ necessaria l’assistenza di un generatore di radiofrequenza continua e pulsata, con possibilità di impostazione del livello di stimolazione sensitiva e motoria del nervo e conferma grafica della stimolazione in uscita.

I benefici per il paziente
La radiofrequenza, spiega la Asl, “si presenta come una tecnica sicura e consolidata in grado di fornire una serie di indubbi benefici per il paziente: riduzione significativa, se non sospensione totale, dell’assunzione di farmaci (FANS, anti dolorifici, oppioidi, protettori gastrici e antinausea) dopo l’applicazione del trattamento; sensibile riduzione, se non annullamento, di ulteriori procedure diagnostiche volte a indagare la causa del dolore dal momento che i pazienti affetti da tali patologie dolorose necessitano di ripetuti accertamenti; diminuzione di visite specialistiche e accessi in DEA; valida alternativa alle infiltrazioni antalgiche peridurali nei pazienti affetti da patologie sistemiche come diabete, cardiopatie, insufficienze renali e respiratorie; possibilità di posticipare, o in alcuni casi annullare, l’intervento chirurgico di impianto delle protesi; maggiore e più duratura efficacia dei trattamenti rispetto alla sola terapia farmacologica e possibilità di trattare anche pazienti allergici ad alcuni farmaci (anestetici locali, steroidi, mezzi di contrasto); effetti collaterali di modesta entità se non lievi fastidi locali e dolarabilità temporanea nella sede di trattamento”.

16 marzo 2017
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