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Tumore alla prostata. Asl di Biella coinvolta in un trial clinico

Lo studio servirà a valutare gli effetti della radioterapia su pazienti trattati per tumore alla prostata. Il progetto di ricerca è promosso dal San Raffaele di Milano e vi collaborano altre importanti realtà sanitarie nazionali, tra cui l’Istituto Tumori di Milano, l’Irccs di Candiolo e l’Istituto “Regina Elena” di Roma.

23 MAR - L’Asl di Biella partecipa ad un studio per valutare gli effetti della radioterapia in pazienti con tumore alla prostata. Un lavoro inserito recentemente tra i clinical trials dal National Institute of Health (Ministero della salute degli Usa). Un progetto di ricerca promosso dal San Raffaele di Milano a cui l’Asa BI è stata invitata a partecipare in collaborazione con altre importanti realtà sanitarie nazionali, tra cui l’Istituto Tumori di Milano, l’Irccs di Candiolo e l’Istituto “Regina Elena” di Roma.  

“Con le tecnologie disponibili nel nuovo ospedale di Biella – spiega la Asl in una nota - è possibile erogare trattamenti radioterapici estremamente complessi. L’apporto messo a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ha, infatti, permesso di poter contare su macchinari in grado di eseguire trattamenti altamente sofisticati, come la radioterapia ad intensità modulata”.
 
Iniziato a maggio 2016, questo studio punta ad analizzare gli effetti che la radioterapia produce nel tempo, in particolare quali conseguenze essa può determinare sul midollo osseo e di conseguenza sulla parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, bianchi, piastrine ecc.) valutando inoltre la tossicità a livello intestinale e vescicale. “Aspetti, questi ultimi, di cui al momento si conosce poco e che proprio per questa ragione sono oggetto di indagine. Spesso, infatti, i pazienti con tumore alla prostata dopo l’intervento chirurgico urologico vengono sottoposti a radioterapia con l’obiettivo di eliminare eventuali micro metastasi, presenti ma non visibili. Poco si conosce sugli effetti collaterali che questo trattamento, eseguito con apparecchiature moderne e sicure, determina sulla funzionalità di alcuni organi, come intestino e vie urinarie”, spiega la nota aziendale.

I pazienti selezionati eseguono un emocromo prima di essere sottoposti al trattamento e vengono poi rivalutati a distanza di tre e sei mesi per comprendere quali alterazioni entrino in gioco.

“La validazione come trial clinico – conclude la Asl - valorizza l’obiettivo che l’Asl BI si è posta di puntare anche sulla ricerca, come ulteriore motore di sviluppo per le attività cliniche svolte ogni giorno all’interno dell’ospedale”.

23 marzo 2017
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