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Rete oncologica. Piemonte modello nazionale, migliora del 30% l’appropriatezza delle cure

Punto di riferimento nazionale anche per l’accoglienza e la presa in carico dei malati, circa 10mila ogni anno. Ai primi posti anche per tasso di sopravvivenza dei pazienti a cinque anni, con il 53% fra gli uomini e il 63% fra le donne. A promuovere l’oncologia regionale a pieni voti l’Associazione Periplo

25 MAG - Il Piemonte si conferma come punto riferimento fra le regioni italiane per la cura dei tumori. È ai primi posti per tasso di sopravvivenza dei pazienti a cinque anni, con il 53% fra gli uomini e il 63% fra le donne, migliora l’accesso alle cure mentre l’appropriatezza cresce del 30%
 
A promuovere a pieni voti la rete oncologica piemontese Periplo, l’Associazione che riunisce i più importanti oncologi italiani.
Soddisfatto l’assessore regionale alla Sanità, Antonino Saitta, per il lavoro svolto dal Direttore della Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta Oscar Bertetto, premiato durante la XII Giornata nazionale del malato oncologico dalla Favo, la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia.
 
La Rete, che la Regione in questi anni si è impegnata a rafforzare con la creazione dei centri di riferimento, è stata individuata come modello nazionale per l’accoglienza e la presa in carico dei malati, circa 10mila ogni anno.
 
Sono, in particolare, i progressi fatti registrare nell’ultimo biennio a costituire un importante elemento di novità. Grazie alla decisione dell’Assessorato regionale alla Sanità di inserire l’appropriatezza dei percorsi di cura fra i nuovi obiettivi dei direttori generali delle aziende sanitarie, contestualmente all’istituzione dei centri di riferimento per le singole patologie tumorali, nell’ultimo anno è aumentata del 30% la quota dei pazienti che si rivolgono in modo corretto ai Centri accoglienza e servizi (Cas) della rete oncologica. Un dato che si aggiunge a un altro fattore positivo: dal 2011 ad oggi la sopravvivenza dei malati oncologici a cinque anni in Piemonte è salita del 6%. In pratica, ci si cura meglio e si vive di più.
 
Nel dettaglio, i Cas sono le strutture presenti in ogni presidio ospedaliero, con il compito di accogliere e prendere in carico il malato. Con la delibera approvata dalla Giunta regionale nel novembre 2015, i Cas indirizzano i pazienti solo presso i centri di riferimento, pur rimanendo garantita la libertà di scelta. In questo modo il malato viene accompagnato nel percorso di cura verso la struttura ospedaliera appropriata per la sua patologia, garantendo così una risposta terapeutica corretta ed efficace.
 
 

25 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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