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Tumori. Una proteina che trasporta il colesterolo attiva il sistema immunitario

Lo dimostra il lavoro appena pubblicato su Nature Communications e condotto presso il Laboratorio di Immunologia dei Tumori del Sangue del Santa Croce di Cuneo e il Laboratorio di Biochimica Cellulare dell’Università degli Studi di Torino, con il supporto dell’Airc.

15 GIU - Una proteina che trasporta il colesterolo attiva il sistema immunitario contro i tumori. Lo dimostra il lavoro pubblicato il 5 giugno su Nature Communications, condotto presso il Laboratorio di Immunologia dei Tumori del Sangue del Prof. Massimo Massaia e il Laboratorio di Biochimica Cellulare della Prof.ssa Chiara Riganti dell’Università degli Studi di Torino, con il contributo determinante delle Dr.ssa Barbara Castella e della Dr.ssa Joanna Kopecka ed il supporto dell’Airc nei confronti di entrambi i laboratori.
 
Il lavoro rappresenta il risultato di una stretta collaborazione tra i due laboratori che dura ormai da oltre 10 anni ed ha consentito di ottenere importanti risultato nel campo della biochimica e dell’immunologia dei tumori “a dimostrazione di quanto sia importante ed efficace un approccio multidisciplinare e quanto sia determinante anche il supporto dell’Airc su iniziative di ricerca traslazionale come questa”, evidenzia l’Ao di Cuneo in una nota che fa il punto sui risutlati dello studio.

“Il lavoro appena pubblicato - si spiega - aggiunge un tassello importante alla conoscenza dei meccanismi che regolano l’attivazione del sistema immunitario e mette in evidenza una relazione, del tutto inaspettata, tra una proteina che trasporta il colesterolo, ABCA1, ed un particolare tipo di cellule del sistema immunitario, i linfociti gammadelta, particolarmente capaci di aggredire cellule tumorali, soprattutto se derivate da tumori  del sangue”.

“Negli ultimi anni – prosegue la nota - è diventato sempre più chiaro che i tumori devono essere combattuti sfruttando anche le potenzialità del sistema immunitario e non soltanto con la chemioterapia tradizionale. Il sistema immunitario si è finemente evoluto per proteggere la specie umana dall’aggressione di microbi, virus o altri patogeni, ma allo stesso tempo anche come sistema di controllo interno che garantisce il funzionamento dell’organismo proteggendolo dalla comparsa di tumori attraverso un’azione definita di immunosorveglianza”.

I linfociti gammadelta svolgono un ruolo molto importante nell’immunosorveglianza anche se sono stati scoperti solo 25 anni fa dal Dr. Susumu Tonegawa, il quale ha vinto il premio Nobel per questa scoperta. Ancora oggi non sono del tutto chiari i meccanismi con cui i linfociti gammadelta possono essere attivati e ridiretti contro le cellule tumorali.

Il lavoro appena pubblicato dal Prof Massaia e dalla Prof.ssa Riganti dimostra che la molecola ABCA1, finora nota solo per il suo ruolo nel metabolismo del colesterolo, svolge un ruolo importante nel regolare l’attivazione dei linfociti gammadelta. Questa scoperta apre nuove prospettive nello sviluppo dei protocolli di immunoterapia con i linfociti gammadelta nei tumori del sangue e mette in evidenza l’esistenza di rapporti molto stretti tra immunità e metabolismo del colesterolo.

Il Prof. Massimo Massaia ha da poco assunto la Direzione dell’Ematologia dell’AO S. Croce e Carle di Cuneo ed ha subito promosso una convenzione con il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute per consentire ai ricercatori e coautori del lavoro come la Dr.ssa Castella, la Dr.ssa Foglietta ed altri di collaborare con l’Ematologia di Cuneo per sviluppare ulteriormente questa ed altre progettualità scientifiche e cliniche.

Spiega lo stesso Massaia: “Lo scopo finale è rendere sempre più efficace e innovativa l’assistenza ematologica offerta ai residenti della Provincia di Cuneo e delle regioni limitrofe. L’ospedale S. Croce è una struttura che si presta molto bene ad essere partner di iniziative ad alto valore scientifico e clinico perché è un ospedale di riferimento ad alta tecnologia che offre servizi avanzati ad una popolazione molto ampia di oltre 600.000 persone ed è profondamente radicato sul territorio. Queste caratteristiche rendono l’ospedale fortemente motivato a migliorare costantemente l’efficienza e la qualità dell’assistenza fornita perché questo si traduce in un rapido riscontro in termini di stima e fiducia da parte dell’utenza. Un riscontro positivo ha anche importanti implicazioni in termini di supporto per la ricerca, la formazione e l’assistenza come dimostrato dalla pluriannuale e molto proficua collaborazione tra l’Ematologia del S. Croce e l’Ail Sezione Paolo Rubino di Cuneo”.

15 giugno 2017
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