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Fallito il tentativo di conciliazione tra infermieri e Regione innanzi al prefetto

Il Nursind annuncia manifestazioni, nelle prossime settimane, in tutti gli ambiti territoriali e operativi. Per il sindacato degli infermieri la Regione sta dimostrando mancanza di rispetto nei confronti di una professione che in tutti questi anni di blocco del turn over sta facendo funzionare con grandi sacrifici i servizi dei presidi ospedalieri. Sui temi trattati non sono giunte risposte soddisfacenti dalla parte tecnica della Regione.

06 OTT - Fallito il tentativo di conciliazione tra il Nursind Piemonte e la Regione Piemonte, incontrati mercoledì scorso innanzi al prefetto di Torino a seguito della proclamazione dello stato di agitazione da parte del sindacato. “In questa sede – spiega Francesco Coppolella, coordinatore regionale NurSind Piemonte, in una nota - abbiamo espresso la nostra preoccupazione per il costante e cronico depauperamento di personale infermieristico nei reparti dei presidi ospedalieri della Regione. Abbiamo chiesto a tale proposito che il numero infermiere/pazienti risponda a quelli che sono gli standard europei e quelli indicati dalla federazione dei collegi Ipasvi al fine di garantire la sicurezza dei cittadini utenti e nello stesso tempo quella dei professionisti che erogano l’assistenza: 1:6 per le medicine e le chirurgie; 1:4 per i pazienti sub intensivi; 1:2 per terapie intensive”.  

Il Nursind ha evidenziato, inoltre, “l’assoluta necessità di stabilire criteri omogenei ed uniformi, che tengano conto delle complessità e delle specificità, per stabilire il fabbisogno di personale infermieristico anche attraverso l’utilizzo di strumenti scientifici come alcuni studi di rilevanza internazionale”. “Oggi, le Aziende della Regione Piemonte – spiega Coppolella- non sono dotate di nessuno strumento idoneo e condiviso per farlo, l’unico parametro sono i tetti di spesa che ricordiamo essere rimasti invariati con l’impossibilità di avere personale in più.  Quasi nessuna azienda, in barba alla DGR Regionale, ha effettuato un piano triennale del fabbisogno di personale e laddove si è provato a  fare , non è dato sapere quale sia lo strumento utilizzato per calcolarlo”.

“Abbiamo – prosegue il leader del Nursind Piemonte - illustrato ai rappresentanti della Regione Piemonte come a pagare il prezzo di questa carenza siano gli stessi infermieri, chiamati a rispondere  alle assenze attraverso  l’abuso improprio di istituti contrattuali come la pronta disponibilità, come lo straordinario e il non rispetto delle norme europee sull’orario di lavoro. Solo per garantire il rispetto della norma indicata servirebbero oltre 1000 infermieri. La Regione e d’ altro canto le Aziende non tengono inoltre in nessun modo conto che l’età media della categoria infermieristica e di quasi 50 anni e che la percentuale di limitazioni funzionali e di circa il 25 % e che tale dati devono essere considerati elementi imprescindibile per qualsiasi calcolo del fabbisogno di personale.  Abbiamo infatti chiesto che al personale ultra cinquantenne che ne faccia richiesta, venga concesso l’esonero dai turni notturni”.
 
Posto l’accento su come “presto ci ritroveremo ad affrontare nuovamente le problematiche e le criticità del sovraffollamento dei Pronto soccorso. La Regione aveva promesso e parlato di un piano di emergenza regionale che non abbiamo visto. Continueremo a vedere barelle, attese interminabili, ambulanze ferme con responsabilità che ricadranno sul personale. A tale proposito c’è da sottolineare come questa Regione e di conseguenza le Aziende non hanno ancora previsto, come invece avrebbero dovuto fare, quale sia il numero di personale necessario per far fronte allo sbandierato potenziamento del territorio, assistenza primaria e case della salute, proprio per far fronte alle richieste improprie nei pronto soccorso”.
 
Il Nursind Piemonte dice inoltre “no” alla chiusura dell’ospedale oftalmico di Torino e “abbiamo infatti chiesto la modifica della dgr che di fatto lo chiude”.     
 
Al confronto, evidenzia il Nursind Piemonte, era “assente la parte politica della Regione nella persona dell’Assessorato alla Sanità che neanche si è degnato di inviare una nota rispetto alla sua assenza. Dimostrazione di poco rispetto verso una organizzazione che pur rappresenta alcune migliaia di professionisti infermieri. Rispetto che non è stato dato neanche ad una professione che in tutti questi anni di blocco del turn over sta facendo funzionare con grandi sacrifici i servizi dei nostri presidi ospedalieri. Sui temi trattati non sono giunte risposte soddisfacenti dalla parte tecnica della Regione”.
 
Per questi motivi Nursind Piemonte ha deciso di intraprendere “tutta una serie di iniziative di mobilitazione della categoria infermieristica attraverso manifestazioni e presidi in ogni ambito territoriale e di presidio”.

06 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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