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Asl CN2. Parte un Progetto con la Scuola di Medicina e la Fondazione Crt

L’Asl CN2 ha cominciato dal 2011 una collaborazione con la facoltà di Medicina dell’Università di Torino gestendo un’attività elettiva dal titolo “Adotta un paziente” realizzata presso il reparto di Geriatria e Malattie Metaboliche dell'osso dell'AouCittà della Salute e della Scienza. Ora il progetto sarà ampliato grazie al finanziamento della Fondazione Crt

16 OTT - “Ben sappiamo - spiegano in una nota dalla Asl CN2 - quanti operatori ogni giorno mettano in campo la loro professionalità al servizio del paziente ma è altrettanto vero che chi si trova ad affrontare un percorso di malattia racconti spesso di confusione paura e solitudine. Probabilmente ci troviamo alle prese con un mondo (quello della medicina) che sembra diventare giorno dopo giorno più tecnologico a scapito di una reale umanizzazione”.

“Quanto è importante - si chiedono dalla Asl - incontrare quando ci si ammala un medico che ti accompagni nelle scelte terapeutiche ascoltando chi sei? Come possono medico e paziente percorrere insieme la strada che porta a decisioni condivise? Tutto ciò che riguarda l’ascolto del vissuto, la raccolta della storia personale, familiare e sociale del paziente resta l’unica occasione, a volte mancata, di un vero incontro tra il medico e il malato”.

L’Asl CN2 ha cominciato dal 2011 una collaborazione con la facoltà di Medicina dell’Università di Torino gestendo un’attività elettiva dal titolo “Adotta un paziente” realizzata presso il reparto di Geriatria e Malattie Metaboliche dell'osso dell'AouCittà della Salute e della Scienza .

“Finalità del progetto era favorire - spiega l'endocrinologo Giancarlo Isaia -, nel medico in formazione, un itinerario di ricerca, e comprensione che lo conducesse a completare il momento meramente tecnico dell’anamnesi con una considerazione allargata della biografia del paziente, ovvero ciò che costituisce l'orizzonte in cui si sviluppa il vissuto di malattia nel suo complesso. Crediamo infatti che comprendere il vissuto di malattia del paziente sia di fondamentale importanza per la relazione terapeutica tout court, con ricadute significative tanto sulla qualità della comunicazione, quanto sull’ aderenza del paziente al percorso terapeutico”.

“La partecipazione dei giovani medici a questo progetto sperimentale è stata ampia- spiega Ezio Ghigo, direttore Scuola Medicina Torino -, attiva e appassionata perché, a loro dire, l’originale e innovativo percorso di formazione proposto, rispondeva a un bisogno, loro e dei pazienti, chiaramente emerso nella quotidiana vita di reparto. Abbiamo dunque pensato di cominciare una formazione su questi temi già nel contesto accademico preclinico, cosicchè tutti gli studenti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia possano usare gli strumenti didattici utilizzati nel corso”.

L'Azienda Sanitaria Locale, unitamente alla Facoltà di Medicina di Torino, ha presentato dalla Fondazione Crt una richiesta di finanziamento per ampliare il progetto. I ragazzi lavoreranno con modalità teoriche interattive e seminariali attraverso incontri animati da un pubblicitario esperto in tecniche di creative problem solving e il percorso si concluderà con lavori in aula coordinati da tutor esperti in cui verranno testati scenari tipici del rapporto medico paziente. Il Progetto è stato appunto approvato dalla Fondazione Crt per cui nell’Anno Accademico 2017-2018 potrà essere attivata la prima unità didattica che si rivolgerà a tutti gli studenti di Medicina dell’Università degli Studi di Torino iscritti al secondo anno.

“Questa prima unità didattica - conclude Danilo Bono Direttore Generale Asl CN2 - mette a regime un modello sperimentale e innovativo di dialogo tra Asl e Università: un movimento circolare della conoscenza che procede dagli ambulatori e dagli ospedali delle nostre comunità, là dove più prossimo è il contatto tra cittadini e operatori, arriva nelle aule universitarie portando ai medici in formazione l’esperienza del “campo” e torna nei territori con medici già sensibilizzati alla relazione completa con il paziente,una relazione che chiede al professionista capacità di ascolto e voglia di comprendere; al paziente e ai familiari chiede fiducia nell’esperienza, la competenza e l’autorevolezza dei professionisti della sanità, evitando di andare a cercare risposte e speranze nell’ipertrofia informativa, a volte confusa e distorta, del web”.

16 ottobre 2017
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