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Mobilità passiva. Saitta: “Puntiamo su investimenti e tecnologia. A breve i primi risultati del lavoro di questi anni”

L'assessore è intervenuto sul tema in occasione di una interrogazione in Consiglio. Nel corso della quale ha evidenziato che i dati spesso citati “fanno riferimento agli anni in cui il Piemonte era sottoposto ai vincoli del piano di rientro. Soltanto a partire dalla seconda metà del 2016 la Regione ha potuto riprendere ad assumere personale e solo in quest’ultimo periodo abbiamo potuto riprendere gli investimenti. Gli effetti di queste misure, dunque, si potranno vedere a partire dal prossimo anno”.

06 DIC - “I dati della mobilità interregionale relativi agli anni 2014 e 2015 confermano la tendenza già emersa negli anni precedenti, ovvero il saldo negativo fra mobilità attiva e mobilità passiva. E’ un problema che come assessorato alla Sanità stiamo affrontando, insieme alle aziende sanitarie, con investimenti mirati ad aumentare la qualità delle nostre strutture ospedaliere e a rinnovare il parco tecnologico”. Lo sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta rispondendo a un’interrogazione presentata in Consiglio regionale.

“Ricordo però come i numeri facciano riferimento agli anni in cui il Piemonte era sottoposto ai vincoli del piano di rientro – ha aggiunto l’assessore -. Come Giunta regionale abbiamo ereditato una situazione che vedeva fin dal 2010 il blocco delle assunzioni, la diminuzione di medici, infermieri e Oss e la contrazione del volume dell’attività sanitaria, proprio a causa del piano di rientro da cui la Regione è uscita a marzo del 2017. Soltanto a partire dalla seconda metà del 2016 la Regione ha potuto riprendere ad assumere per sostituire il personale andato in pensione e solamente in quest’ultimo periodo, inoltre, abbiamo potuto riprendere gli investimenti sulle nostre strutture ospedaliere. Gli effetti di queste misure, dunque, si potranno vedere a partire dal prossimo anno”.

Questo vale, ha evidenziato Saitta, “soprattutto per le aziende sanitarie di Alessandria e Novara, che nel 2017 hanno investito in tecnologie e qualità dei servizi per la cura delle patologie dove si registra la maggiore mobilità. I direttori generali delle due Asl in questione hanno rilevato come in questi ultimi mesi ci sia già stata una prima riduzione della mobilità passiva”.

“Come coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni sto inoltre lavorando a un’intesa nazionale che stabilisca in ogni regione italiana un tetto al budget del privato che, è noto, specie in alcune realtà svolge una forte azione di aggressività sulle attività a bassa complessità  - ha concluso l’assessore -. Al contrario, nei recenti accordi recenti stipulati con il privato accreditato piemontese abbiamo riconosciuto una quota premiale per l’erogazione delle prestazioni a maggiore mobilità passiva”.

06 dicembre 2017
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