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Torino: commissione disciplinare ‘assolve’ infermiere che aveva chiamato i Carabinieri per sbloccare Pronto soccorso

Lo scorso gennaio l’infermiere si era rivolto ai Carabinieri per ‘sbloccare’ un’ambulanza ferma da oltre un’ora a causa dell’assenza di barelle. Per questo era stato convocato dalla commissione disciplinare della Città della Salute di Torino. Che ora si è espressa all’unanimità a favore delle correttezza dell’operato del suo operato.

22 MAR - La commissione disciplinare istituita presso la Città della Salute di Torino ha emesso unanimemente un giudizio di non luogo a procedere per l’infermiere che lo scorso gennaio si era rivolto ai Carabinieri per ‘sbloccare’ un’ambulanza ferma da oltre un’ora a causa dell’assenza di barelle.

“Il ruolo degli infermieri del 118 prevede l’attribuzione di responsabilità ed autonomia per la salvaguardia e la tutela della pubblica incolumità”, ha affermato la commissione. L’infermiere “ha agito ritenendo prioritario lo sblocco dei mezzi di soccorso al fine di garantire l’operatività del servizio”.

La notizia l'ha data il NurSind Piemonte che, per bocca del coordinatore regionale Francesco Coppolella, si chiede: “perché voler punire chi ha agito a tutela della collettività con diligenza e professionalità? Comprendiamo che tale comportamento ha evidenziato carenze e inefficienze oltre a responsabilità di chi queste situazioni le ha generate e non riesce a porvi rimedio ma non è tappando la bocca degli operatori che si risolvono i problemi della nostra sanità”, afferma in una nota. 
 
Coppolella ribadisce inoltre, una posizione già espressa in passato in una lettera indirizzata la ministro della Salute Beatrice Lorenzin: che la decisione di convocare l’infermiere in commissione disciplinare è “un atto che consideriamo intimidatorio nei confronti di tutti gli operatori che fortunatamente la commissione disciplinare ha deciso responsabilmente di archiviare. Riteniamo preoccupante invece come di fronte a numerose segnalazioni che denunciano le stesse situazioni, anche gravi, inviate dagli operatori alla direzione sanitaria e ai dirigenti della centrale operativa, non siano mai giunte risposte”.

22 marzo 2018
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