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Alla Asl di Asti arriva la “Carta dei diritti del malato in Pronto Soccorso”

Il direttore del Pronto Soccorso Ghiselli: “La Carta è un passo importante per il Pronto Soccorso e per i cittadini. Impegna tutta l’Azienda a continui e costanti miglioramenti nell’erogazione dei servizi sanitari urgenti. Ma è anche uno strumento educativo per la popolazione; troppo spesso il Pronto Soccorso è chiamato a rispondere a situazioni che di urgente hanno veramente poco”

23 APR - Alla Asl di Asti è stata presentata e sottoscritta questa mattina la Carta dei Diritti del Malato in Pronto soccorso. Il documento è il frutto della collaborazione tra l’azienda sanitaria e Cittadinanzattiva-Tribunale dei diritti del malato.

La carta è articolata in sette diritti fondamentali:
- il diritto alla presa in carico (“Accesso al triage e valutazione appropriata, tempi di presa in carico di chi accede coerenti con il codice assegnato, tempestive indicazione e informazione sui percorsi dei pazienti”);
 
- il diritto alla dignità personale (“Ogni soggetto che viene a trovarsi in situazioni di emergenza e urgenza ha il diritto a non subire riduzioni della dignità personale dovute a strutture inadeguate, carenze organizzative o comportamenti arbitrari”);
 
- il diritto alla continuità dei percorsi di cura (“Ogni individuo ha il diritto alla continuità delle cure attraverso l'interazione informativa tra MMG, strutture protette e PS. Parimenti, dovrà essere garantito il successivo coordinamento per percorsi appropriati ospedalieri, domiciliari o in struttura protetta, nonché l’appropriatezza circa l’effettiva emergenza urgenza degli invii di pazienti dalle strutture protette al PS”);
 
- il diritto alla prevenzione delle emergenze evitabili (“Ad ogni paziente vengono garantiti percorsi di assistenza territoriale volti a limitare il ricorso al P.S. nei casi di reale emergenza e urgenza”);
 
- il diritto all’informazione (“Ogni individuo ha diritto ad accedere ad informazioni aggiornate circa organizzazione e tipologia dei servizi di emergenza sul territorio di competenza”);
 
- il diritto alla competenza (“Ogni individuo ha diritto ad avere cure ed assistenza competenti, appropriate e rispondenti ai propri bisogni di salute”);
 
- il diritto a tempi certi (“Ogni individuo ha diritto a permanere in PS il tempo minimo indispensabile per i trattamenti di stabilizzazione e sollecito trasferimento ad un'idonea sistemazione”).

“Il documento che abbiamo sottoscritto rappresenta un momento fondamentale per dare concretezza alle azioni di tutela del cittadino ottenute attraverso la riorganizzazione e l’umanizzazione dei servizi erogati e che sono stati la linea portante di questa direzione fin dal suo insediamento nel maggio del 2015”, ha affermato Ida Grossi, direttore generale dell’Asl AT. “Il Pronto Soccorso è, da sempre, un nodo importante e delicato del servizio sanitario. Affinché tutto funzioni al meglio vanno rispettati diritti, doveri e principi di appropriatezza. Solo così il servizio di emergenza sarà in grado di rispondere alle reali necessità dei cittadini che ad esso si rivolgono”.

Della carta e di un migliore utilizzo del servizio parla il direttore della struttura del Pronto soccorso Gianluca Ghiselli: “La Carta è un passo importante per il Pronto Soccorso e per i cittadini. Impegna sicuramente tutta l’Azienda a continui e costanti miglioramenti nell’erogazione dei servizi sanitari urgenti. Le azioni già intraprese a partire dallo scorso Settembre hanno consentito una migliore gestione del periodo critico da Dicembre a fine Marzo, caratterizzato da un sovraffollamento costante. Ovviamente questo miglioramento ha interessato soprattutto i pazienti più critici e in attesa di ricovero. Forse i pazienti non urgenti non hanno toccato questa cosa ed è anche per questo che la Carta andrebbe letta in una veste educativa sulla popolazione; troppo spesso il Pronto Soccorso è chiamato a rispondere a situazioni che di urgente hanno veramente poco”.

“La sottoscrizione di una Carta dei Diritti è per la cittadinanza un momento importante: si sottoscrive una sorta di patto, una definizione di termini e valori condivisi, ma lo si fa dopo un lavoro durato più di un anno e mezzo, intorno al quale si sono confrontati operatori, Azienda, ospedale e territorio, utenti, portando ognuno contributi e visioni, analisi e prese d'atto, rilevando criticità e proponendo soluzioni”, hanno aggiunto Tiziana Valente coordinatore della locale sede di Cittadinanzattiva e Pino Furlano, referente del Tribunale per i diritti del malato. “Il lavoro così iniziato, prosegue, oltre la presentazione del documento, con il monitoraggio dei piani di miglioramento voluto dalla Regione Piemonte, come nello spirito di Cittadinanzattiva e secondo il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione su cui si basa il movimento nato nel 1978”. 

23 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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