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Arriva l’influenza, gli infermieri preparano la protesta contro la mancata organizzazione della Regione

Il NurSind è sicuro che con l’iperaffluso dei PS tipico della stagione influenzale ci saranno “gravi disagi” e “notevoli ricadute” su professionisti sanitari e cittadini. “Per l’ennesima volta non sono stati attuati interventi strutturali e organizzativi che sarebbero dovuti partire per tempo e che invece come al solito ci troveremo a rispondere  improvvisando”. Chiesto un tavolo innanzi al Prefetto per avanzare richieste “a salvaguardia delle condizioni di lavoro e a tutela della sicurezza della dei cittadini”.

22 NOV - Il sindacato degli infermieri NurSind scrive al Prefetto e  prepara la protesta per le criticità del Ssr destinate ad acuirsi, secondo NurSind, con la stagione influenzale. “La Regione Piemonte – denuncia infatti il sindacato in un nota - anche per quest’anno non ha attivato piani credibili ed efficaci per la gestione dell’iperafflusso nei pronto soccorso, nonostante il fenomeno, facilmente preventivabile, si annuncia nuovamente di preoccupanti dimensioni. Insufficiente, oltre che poco efficace l’accordo con i medici di medicina generale arrivato nei giorni scorsi che forse peggiorerà addirittura la situazione”.

Nessun investimento, contesta il NurSind. “Mentre apprendiamo che la vicina Lombardia ha appena investito 4 milioni di euro per il potenziamento dei posti letto e del personale, in Piemonte, operatori e cittadini pagheranno nuovamente sulla propria pelle le inefficienze mostrate gli scorsi anni”.
 
Il NurSind, è sicuro che “ci saranno nuovamente lacrime e sangue con gravi disagi e notevoli ricadute su professionisti sanitari e cittadini e che avranno precise responsabilità. Solo alcune aziende hanno predisposto un piano di prevenzione , tra l’altro assai insufficiente, viste le assenze di risorse assegnate”.

“Non possiamo constatare – prosegue il sindacato - che per l’ennesima volta non sono stati attuati interventi strutturali e organizzativi che sarebbero dovuti partire per tempo e che invece come al solito ci troveremo a rispondere improvvisando.

“Solo lo scorso anno – spiega il NurSind - avevamo chiesto l’istituzione di un osservatorio regionale mai partito, in grado di valutare le criticità e avanzare proposte. Invece, rivivremo lo stesso incubo, con attese infinite, giornate in barella, code di ambulanze ferme, cittadini arrabbiati e operatori stremati. Non sono arrivate inoltre le risposte auspicate dai piani triennali di fabbisogno di personale e dall’assegnazione dei tetti di spesa alle Aziende. Ancora alto e insufficiente il rapporto infermiere/paziente e i disagi e le responsabilità alle quali la categoria infermieristica è sottoposta. Le drammatiche condizioni di lavoro nelle RSA, più volte denunciate, non hanno ricevuto alcuna risposta. Ricordiamo come tali condizioni, non permettendo di erogare una assistenza adeguata, porta importanti ricadute anche sugli accessi in pronto soccorso e sull’occupazione dei posti letto”.

E poi, “ancora, nessuna risposta al fenomeno, quasi giornaliero, delle aggressioni nei servizi dell’emergenza. Problematica affrontata con sufficienza rispetto ai risvolti reali”.

Per questi motivi il Nursind ha proclamato lo stato di agitazione regionale chiedendo un tavolo urgente innanzi al prefetto per avanzare richieste precise a salvaguardia delle condizioni di lavoro e a tutela della sicurezza della dei cittadini.

“Chiediamo – spiega - che almeno ci venga fornita una precisa e chiara indicazione nella programmazione delle assunzioni che risulta essere ancora poco chiara. Chiediamo l’assegnazione di fondi straordinari alle Aziende per: il potenziamento immediato degli organici che garantisca la possibilità di affrontare l’eccessivo carico di lavoro, di poter aprire e gestire eventuali reparti polmone, e non per ultimo, affrontare le assenze improvvise che come ogni anno si verificheranno anche solo dovute alla malattia degli stessi operatori”.

“Chiediamo inoltre – prosegue il sindacato - la protezione e l’incolumità del personale sanitario addetto ai servizi di emergenza in considerazione dell’acuirsi del fenomeno delle aggressioni nel periodo di sovraffollamento”.

E poi “il mantenimento della continuità assistenziale attraverso l’attivazione di prestazioni aggiuntive in tutte le aziende sanitarie regionali”

“Chiediamo – prosegue il Nursind - la revisione della dgr che assegna il minutaggio assistenziale nelle RSA e un monitoraggio costante sulle condizioni di lavoro e dell’assistenza in questi luoghi abbandonati”.

E nel caso non arrivassero risposte “saremo pronti a mobilitare gli infermieri piemontesi attivando tutte le forme di protesta consentite dal legislatore con il coinvolgimento dei cittadini”.

Oltre alla richiesta di un tavolo concertativo innanzi al prefetto, NurSind scriverà alla procura della repubblica al fine informativo per “la mancata attivazione dei piani preventivi atti a tutelare per alla salvaguardia della salute dei cittadini”.

22 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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