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All’Aou San Luigi di Orbassano nuova Medicina d’Urgenza  con Area Semintensiva

Il reparto è ora strategicamente collocato al piano terra prospiciente il nuovo Pronto Soccorso, in posizione attigua alla Terapia Intensiva e in stretta vicinanza all’UTIC. Il Dg Baccon: “Un ulteriore tassello per la qualità sia del San Luigi sia della rete ospedaliera nel suo complesso. Permetterà, tra l’altro, di disporre di letti aggiuntivi disponibili nelle situazioni di sovraffollamento”.

14 GEN - Nei giorni scorsi è stato trasferito il reparto di Medicina d’Urgenza dell’Aou San Luigi di Orbassano, che risulta adesso collocato al piano terra del secondo padiglione prospiciente il nuovo Pronto Soccorso, in posizione attigua alla Terapia Intensiva e in stretta vicinanza all’UTIC. “Tale organizzazione strutturale risulta ottimale per la collaborazione polispecialistica e l’integrazione multidisciplinare nel trattamento di pazienti critici”, evidenzia l’Aou in una nota.

L’attivazione del nuovo reparto è stata possibile attraverso una rilevante integrazione del personale dei vari profili e precisamente, rispetto al 1° gennaio 2018, grazie all’assunzione di 4 medici, 14 infermieri e 4 OSS, avvenuta nell’ultimo periodo dell’anno scorso e nei primi giorni del 2019.

L’ingresso è adiacente all’entrata interna del Pronto Soccorso, di fronte alla Terapia Intensiva. I locali del reparto sono distribuiti lungo un corridoio centrale. Tutte le stanze, ad esclusione della stanza di isolamento, sono collegate da un corridoio interno adatto a facilitare gli spostamenti e la comunicazione tra gli operatori.

Questa attivazione fa seguito all’apertura del nuovo Pronto Soccorso avvenuta esattamente lo scorso anno (gennaio 2018), di cui la Medicina d’Urgenza è una costola e la cui attivazione è stata possibile per l’impegno in risorse dato dalla Regione.

“La nuova Medicina d'urgenza con area semi-intensiva dell'ospedale San Luigi Gonzaga – commenta l’assessore alla Salute Antonio Saitta - rappresenta una risposta importante che la sanità pubblica del Piemonte offre nel quadro di una riorganizzazione della sua rete ospedaliera: già negli scorsi anni abbiamo messo a disposizione risorse significative per adeguare sempre meglio l'offerta sanitaria dell'Azienda ospedaliera universitaria, che rappresenta un tassello fondamentale per un vasto territorio. Il trasferimento del reparto di Medicina d’urgenza completa l'apertura del Pronto soccorso, consentendo a tutto l'ospedale di migliorare la propria offerta assistenziale”.

Il Direttore dell’Aou, Claudio Baccon, dichiara: “L’area dell’emergenza/urgenza è da sempre uno dei punti cruciali della organizzazione sanitaria. La nuova posizione della Medicina d’Urgenza, dotata di tecnologie d’avanguardia e di un’Area Semintensiva è un ulteriore tassello per il raggiungimento di un obiettivo di grande importanza, sia per il San Luigi sia per la rete ospedaliera nel suo complesso. Ringraziamo tutti coloro che a vari livelli hanno contribuito allo sviluppo del progetto, che permette di offrire un servizio sempre migliore ai pazienti e ai loro familiari e un contesto di lavoro ottimale agli operatori. Un presupposto fondamentale per la realizzazione di questo obiettivo è stato senz’altro il grosso sforzo “assunzionale” che l’Azienda ha affrontato grazie alla possibilità di reclutamento conseguente all’uscita della Regione dal piano di rientro, che ha portato ad un incremento di personale di complessive 22 unità per la nuova Medicina d’urgenza. L’attivazione della medicina d’ urgenza ci permetterà inoltre di terminare l’attuazione di alcuni interventi di umanizzazione dei reparti e di poter contemporaneamente disporre di letti aggiuntivi disponibili nelle situazioni di sovraffollamento”.

“All’interno del reparto sono predisposti cinque posti letto di Terapia Subintensiva (TSI)”, spiega la Dr.ssa Adriana Boccuzzi, direttore del Dipartimento Emergenza e Accettazione, Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, “necessari per soddisfare i diversi livelli di assistenza e cura per i pazienti acuti, al fine di evitare che pazienti troppo gravi siano trattati in reparti di degenza ordinari in una situazione di assistenza in difetto di risorse, oppure che, al contrario, pazienti troppo poco gravi siano trattati in reparti di TI in una situazione di assistenza in eccesso di risorse. La TSI rappresenta, ormai in molte realtà, la risposta clinica e organizzativa ad una situazione estremamente frequente: la necessità di gestire pazienti con un alto rischio di deterioramento clinico o instabili per i quali non sia posta indicazione   al ricovero in Terapia Intensiva. Questi pazienti necessitano di monitoraggio multi-parametrico continuo e possono richiedere il supporto strumentale o farmacologico di una o più̀ funzioni vitali”.

14 gennaio 2019
© Riproduzione riservata

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