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Coronavirus. L’appello degli Omceo e dei sindacati piemontesi a Governo e Regioni: “Siamo allo stremo, dateci gli strumenti per andare avanti”

Gli Ordini dei medici regionali e 13 sigle sindacali scrivono a Conte, Speranza, Borrelli, Cirio e Bonaccini: “Il personale sanitario è sprovvisto degli adeguati dispositivi di protezione. Mancano ventilatori, caschi Cpap, farmaci. Non abbiamo medici a sufficienza. Tutti siamo allo stremo. Iniziano a scarseggiare i posti letto. Intervenite al più presto perché la situazione è grave e nei prossimi giorni diventerà drammatica”. LA LETTERA APERTA

23 MAR - “Vi preghiamo di intervenire con urgenza a supporto della Regione Piemonte per permetterci di affrontare l’epidemia da COVID-19, che nelle nostre città prosegue il suo diffondersi con valori esponenziali”. È quanto scrivono in una lettera aperta indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro Roberto Speranza, al Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borelli, al Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e al presidente del Piemonte Alberto Cirio.
 
A firmare l’appello sono gli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri del Piemonte e tredici sigle sindacali: Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo, Andi, Cisl Medici, Fimmg, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm-Federazione veterinari e medici, Smi, Snami, Sumai, Suso, Uil Fpl Medici.

“Il personale sanitario - spiegano nella lettera congiunta - è sprovvisto degli adeguati dispositivi di protezione e cura i pazienti a rischio della propria salute. Mancano ventilatori, caschi Cpap, farmaci.  Non abbiamo medici a sufficienza, sia per l’esplosione dei casi ricoverati sia per la quarantena di molti di noi, che si sono infettati lavorando. Tutti siamo allo stremo. Iniziano a scarseggiare i posti letto in rianimazione e nei reparti: alcuni colleghi sono disperati”.

Omceo e sindacati chiedono a Conte, Speranza, Borrelli, Bonaccini e Cirio di “intervenire al più presto perché la situazione è grave e nei prossimi giorni diventerà drammatica. Vi chiediamo di rifornirci al più presto di tutto il necessario per curare la popolazione senza rischiare la vita. Vi chiediamo semplicemente di metterci in condizione di poter fare il nostro lavoro”.

23 marzo 2020
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