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Coronavirus. Nursind Piemonte chiede commissione d’inchiesta

Per il sindacato “è evidente la mancanza di una catena di comando o nel caso questa sia presente, di una incapacità dei dirigenti a seguirla”. Un contesto nel quale "infermieri , medici ed operatori sanitari non si stanno di certo tirando indietro”, ma “non si possono lasciare soli. Chiediamo che si apra subito una commissione di inchiesta”.

08 APR - “Ci sono responsabilità politiche e responsabilità tecniche che pesano sulla situazione nella quale oggi si trovano migliaia di operatori sanitari in Piemonte, molti dei quali lasciati letteralmente allo sbaraglio. E’dovere dello stato tutelare i propri dipendenti e dare loro la possibilità di raccontare ciò che ad ognuno sta accadendo, ravvisandone eventuali responsabilità”. Con queste parole Francesco Coppolella, segretario regionale Nursind Piemonte, lancia un appello perché sia aperta “una commissione di inchiesta regionale” sulla gestione dell’emergenza coronavirus.
 
“Comprendiamo le difficoltà nella gestione di questa emergenza nella quale infermieri , medici ed operatori sanitari non si stanno di certo tirando indietro, pagando anche in prima persona ma in assenza di tutele per la loro salute, le istituzioni hanno il dovere di fornire loro uno strumento per fare valere le proprie ragioni, indagando sui comportamenti adottati da politica e dirigenza”, spiega Coppolella in una nota in cui si evidenzia come “non può essere il sindacato che si sta battendo in tutti i modi il ricettacolo di tutte le segnalazioni in merito alle molte criticità che ogni giorno ci arrivano a centinaia”.

Il Piemonte e le aziende sanitarie regionali, denuncia il sindacalista, “continuano a rincorrere le criticità sin dall’inizio di questa crisi. Non comprendiamo ancora come sia possibile dopo oltre un mese dall’emergenza che ci siano differenze tra aziende sanitarie regionali e anche tra presidi delle stesse aziende sanitarie in merito all’ approvvigionamento dei dpi, dell’esecuzione dei tamponi e nella gestione degli operatori sintomatici e/o in quarantena”.
 
Per Coppolella "è evidente la mancanza di una catena di comando o nel caso quasta sia presente, di una incapacità dei dirigenti a seguirla. Ai dipendenti va fornita la stessa tutela e garantiti gli stessi diritti in ogni azienda e in agni presidio. Non si possono lasciare soli”.

Il segretario regionale del Nursind Piemonte riferisce che continuano a pervenire al sindacato segnalazioni di contagi tra gli infermieri, e non solo dalle aree cosiddette covid ma, da qualche giorno, anche dalle aree cosiddette pulite “che poi tanto pulite non lo sono visto il numero di contagi. Qualcosa non ha funzionato e ancora tutt’ora non funziona”.
 
“A questi colleghi - argomenta Coppolella - evidentemente non sono stati forniti i dpi adeguati ed è evidente che anche i pazienti di queste aree sono a grave rischio contagio. Un ping pong del virus che trasforma gli ospedali nei maggiori focolai. Forse sarebbe il caso di mettere in quarantena tutti gli ospedali fornendo a tutti i dipendenti dispositivi adeguati almeno per due tre settimane”.
 
Il sindacalista riferisce anche di “incessanti segnalazioni di colleghi sintomatici a casa che non ricevono risposte e non hanno interlocutori con i quali interfacciarsi per far valere i loro di diritti in materia di sicurezza della propria salute. Ancora molte le segnalazione di colleghi in attesa di tampone nostante abbiano sviluppato sintomatologia e/o sono venuti a contatto con pazienti positivi. Anche in questo caso i comportamenti difformi tra aziende e tra presidi di stesse aziende lasciano mostrano l’inefficacia dell’organizzazione nel tutelare diritti e sicurezza degli operatori sanitari”.

08 aprile 2020
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