Covid. Piemonte zona rossa, Anaao: “Giusto così. Adesso si tutelino medici e pazienti”
“Non siamo contenti di questo. Ma non si poteva non fare”. Così l’Anaao Piemonte commenta l’ordinanza del ministero che ha decretato l’inserimento del Piemonte tra le Regioni sottoposte a misure più restrittive. “Ora la situazione è critica, peggio di marzo. Gli effetti delle nuove restrizioni si vedranno tra 15 giorni, sperando che dopo vada meglio". Poi un messaggio chiaro: “Pretendiamo che chi gestisce la Sanità tuteli i medici ospedalieri, perch siamo noi che curiamo la popolazione".
06 NOV - “La notizia di un nuovo lockdown è la risposta a quanto avevamo chiesto. Non per questo siamo felici. Il lockdown chiederà di nuovo sacrifici ai cittadini per permettere a noi medici di poterli curare. Chiederà ai ragazzi di seguire le lezioni da casa, ai nonni di non vedere i nipoti, impedirà gli spostamenti e spegnerà la vita sociale. Impoverirà delle famiglie, soprattutto. Non siamo contenti di questo. Ma non si poteva non fare”. Così la segretaria regionale dell'l’Anaao Piemonte commenta l’ordinanza del ministero che ha decretato l’inserimento del Piemonte tra le Regioni sottoposte a misure più restrittive.
“Adesso gli ospedali sono al collasso - prosegue l’Anaao Piemonte -, c'è il concreto rischio di non riuscire a curare i malati. E questo per un medico sarebbe davvero la pena maggiore: dover decidere chi curare. Gli effetti delle nuove restrizioni si vedranno tra 15 giorni, e per 15 giorni dovremo trattare i pazienti negli ospedali da campo, sperando che dopo vada meglio. Ora la situazione è critica: il contact tracing è saltato, i Pronto Soccorso continuano a vicariare le carenze del Territorio, i medici ospedalieri sono pochi, stanchi e nonostante tutto gestiscono una seconda ondata pandemica peggiore della prima.””
Agli studenti, i commercianti, i ristoratori, il medici dell’Anaao vogliono ricordar che “con questo sacrificio contribuiranno a salvare delle vite. Noi medici ce la metteremo tutta per fare lo stesso, ma avevamo avvertito: mai più come a Marzo. Invece: peggio di Marzo”.
Dall’Anaao anche l’appello affinché “le scuole medie rimangano aperte per i lavoratori essenziali, in modo che i sanitari possano lavorare sapendo dove lasciare i figli minori”. E poi la richiesta che “il Territorio faccia finalmente la sua parte”.
“Pretendiamo - conclude l’Anaao Piemonte - che chi gestisce la Sanità tuteli i medici ospedalieri, perché adesso, come a Marzo, siamo noi che stiamo curando la popolazione”.
06 novembre 2020
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