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Covid. Niente Green Pass per i volontari della sperimentazione ReiThera. Appello dei Centri per inserirli nell’anagrafe vaccinale

La sperimentazione era stata bloccata lo scorso maggio dalla Corte dei Conti. Il problema è che per i volontari che avevano ricevuto il vaccino in sperimentazione “non è indicata né necessaria una ulteriore vaccinazione. Ma così non sono inseriti nell’anagrafe vaccinale e non possono ottenere il Green pass. Nonostante il loro livello di anticorpi è comparabile a quello misurato in un gruppo di riferimento di pazienti convalescenti dall’infezione Covid”, spiegano dalla Asl Vercelli.

23 LUG - “I volontari della sperimentazione GRAd-COV2 siano inseriti nell’anagrafe vaccinale nazionale”. È la richiesta dei responsabili dei Centri coinvolti nella sperimentazione del vaccino anti Covid ReiThera, bloccata a maggio dalla Corte dei Conti in quanto lo schema di investimento era stato dichiarato “illegittimo e quindi nullo” a causa della previsione di utilizzo di una parte dei fondi per l’ampliamento di stabilimento produttivo.

Il problema è che lo stop alla sperimentazione ha lasciato i pazienti volontari in un limbo. A spiegare la situazione è la Asl di Vercelli in una nota: “42 persone immunizzate tramite la sperimentazione del vaccino GRAd-COV2, prodotto dall’azienda bio-tecnologica italiana ReiThera, nel Vercellese non possono essere inserite nell’anagrafe vaccinale nazionale e di conseguenza ricevere il Green pass”.

In Piemonte il Sant’Andrea di Vercelli e l’Amedeo di Savoia di Torino sono i due centri che hanno aderito alla sperimentazione: a Vercelli sono state coinvolte 72 persone, a Torino 18: dei volontari vercellesi, 42 hanno ricevuto il vaccino in sperimentazione e 26 il placebo. Questi ultimi, accantonata la sperimentazione in Italia, hanno poi ricevuto regolarmente un altro vaccino. Per gli altri resta una situazione di incertezza.

“Nei giorni scorsi ho sottoscritto la richiesta al Ministero della Salute e all’AIFA per l’ inserimento nell’anagrafe vaccinale nazionale di tutti i soggetti a cui è stato somministrato il vaccino GRAd-COV2 contro il Covid 19 nell’ambito della sperimentazione di fase II Covitar – spiega il dottor Silvio Borrè, direttore della SC Malattie Infettive dell’Asl di Vercelli, promotore della sperimentazione - I dati preliminari di sicurezza e immunogenicità delle prime cinque settimane di studio, analizzati dal Safety Monitoring Board, Comitato indipendente per la valutazione della sicurezza, e dallo Steering Commitee, Comitato scientifico per la valutazione dell’efficacia, hanno mostrato un profilo favorevole. Per quanto riguarda l’efficacia, misurata come immunogenicità, i dati mostrano una sieroconversione del 93% dopo la prima dose e del 99% dopo la seconda dose. Il livello degli anticorpi è comparabile a quello misurato in un gruppo di riferimento di pazienti convalescenti dall’infezione Covid 19”.
 
“I volontari che sono stati sottoposti alla vaccinazione – prosegue Borrè - si trovano in una condizione in cui non è indicata, né necessaria una ulteriore vaccinazione per cui, se non inseriti nell’anagrafe vaccinale non potranno mai ottenere una carta “verde” di effettuata vaccinazione”.

Borré rilancia quindi l’appello: “Noi, come responsabili dei Centri clinici che hanno partecipato alla sperimentazione Covitar, supportata dagli enti regolatori italiani (AIFA), chiediamo che i nostri volontari che hanno risposto alla vaccinazione vengano inclusi nell’anagrafe vaccinale italiana e non siano discriminati per aver partecipato alla prima sperimentazione vaccinale italiana con grande entusiasmo, coraggio e fiducia nelle istituzioni e nel sistema sanitario nazionale”.

23 luglio 2021
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