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Crisi dei Pronto Soccorso. Anaao presenta 10 proposte alla Regione

Adeguamento degli organici in base ai carichi di lavoro, riconoscimento del disagio: incentivi economici, riorganizzazione del territorio ad esempio attraverso la realizzazione di Case della Salute, graduale unificazione del personale medico dei Pronto Soccorso e del 118, assunzione di medici specializzandi dell’ultimo e penultimo anno. Sono alcune delle proposte che il sindacato ha presentato alla Regione. “Serve un intervento urgente”. IL DOCUMENTO

13 SET - “Il sistema d’emergenza urgenza ospedaliero rappresenta un servizio cruciale della nostra sanità pubblica, non solo da un punto di vista sanitario ma anche sociale”. Ma “i problemi dei Pronto Soccorso, che erano già gravi prima del Covid, sono ora peggiorati. Il personale medico è poco, stanco, non valorizzato”. Lo denuncia l’Anaao Assomed Piemonte, che ha realizzato un documento di proposte in 10 punti presentate alla Regione per avviare un percorso e sanare le criticità del settore.

“Negli ultimi anni - spiega in una nota Chiara Rivetti, segretaria regionale Anaao Assomed Piemonte, e Simone Agostini, componente Segreteria Regionale Anaao Assomed Piemonte -, la carenza di specialisti in medicina d’emergenza urgenza, la crescente ondata di cessazioni di medici ospedalieri (pensionamenti, passaggio alla sanità privata, etc.), la sempre minore attrattività del lavoro di Pronto Soccorso causata da condizioni di lavoro usuranti, carichi di lavoro eccessivi, elevatissimo rischio clinico e di contenzioso medico legale, hanno condotto ad una gravissima carenza di medici urgentisti.  Il rischio di un tracollo nell’offerta di servizi di emergenza che possano garantire sicurezza e qualità delle cure è più che mai concreto. Per questo insistiamo, come da anni andiamo facendo, nel grido di allarme, che da sempre cerchiamo di accompagnare ad un atteggiamento propositivo e di collaborazione”.  

Ecco, in sintesi, le 10 proposte inviate in dettaglio alla Regione:
- Adeguamento degli organici in base ai carichi di lavoro;
- Riconoscimento del disagio: incentivi economici;
- Creazione di percorsi dedicati per i pazienti con patologie non gravi e mono-specialistiche;
- Creazione diffusa di aree di degenza per l’osservazione breve Intensiva (OBI) e di reparti di medicina d’urgenza;
- Implementazione delle azioni per ridurre l’attesa di ricovero, in particolare per i casi con problematiche prevalenti di tipo socio-assistenziale;
- Riorganizzare il territorio, attraverso per esempio la realizzazione di Case della Salute;
- Graduale unificazione del personale medico dei Pronto Soccorso e dell’Emergenza Territoriale (118);
- Evitare l’utilizzo di cooperative ma proporre ai medici dipendenti del SSR la copertura, su base volontaria, dei turni scoperti, prevedendo un aumento di remunerazione rispetto all’attuale;
- Assumere i medici specializzandi dell’ultimo e penultimo anno di specialità, applicando il D.L. Calabria;
- Rivedere la rete ospedaliera anche nell’ambito di un’auspicabile nuova stesura del Piano Socio Sanitario Regionale.

“E’ necessario un intervento urgente, per garantire ai cittadini il diritto alla cura e ai medici il diritto di poter curare”, concludono Rivetti e Agostini.

13 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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