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PA Bolzano. Capodaglio: “Troppi pazienti cronici in ospedale”

La direttrice dell’Ufficio Economia sanitaria della Provincia è intervenuta in occasione di un convegno sulla sostenibilità dei sistemi sanitari promosso all’Ospedale di Bolzano. Anche per il direttore della Ripartizione aziendale Controllo di gestione, Markus Marsoner, “l’appropriatezza deve essere incentivata al massimo”.

06 GIU - “I costi per la sanità, non solo nella nostra provincia, sono in continuo aumento. Possiamo andare avanti come fino ad oggi?”. E’ questa la domanda che il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Alto Adige, Thomas Schael, ha rivolto alle personalità invitate a confrontarsi al convegno “Il futuro dell’assistenza sanitaria. Sostenibilità dei sistemi sanitari”, promosso negli scorsi giorni presso l’ospedale di Bolzano.

Oltre a Schael, al confronto hanno partecipato Francesco Longo dell’Università Bocconi; Silvia Capodaglio, Direttrice dell’Ufficio economia sanitaria della Provincia; Domenico Mantoan, Direttore generale Area Sanità e Sociale della Regione Veneto; Adriano Lagostena, Direttore generale dell’Ente Ospedaliero Ospedali Galliera; Nello Martini, Direttore di ‘Drugs & Health’ Roma; Markus Marsoner, Direttore della ripartizione aziendale Controllo di gestione.

Per Francesco Longo, esperto coinvolto anche nell’elaborazione del nuovo piano sanitario provinciale dell’Alto Adige, “in qualità di regione di confine tra la realtà di lingua italiana e tedesca, l’Alto Adige dovrebbe unire il meglio dei due mondi. Questa provincia dovrebbe sfruttare la sua ottima posizione di base e collegare un’alta morale di lavoro ed una lunga tradizione nell’assistenza infermieristica con le già introdotte riforme della sanità in Italia con la riduzione dei posti letto e dei costi. Il sistema deve diventare più efficiente".

Silvia Capodaglio, Direttrice dell’Ufficio economia sanitaria della Provincia di Bolzano, ha presentato alcuni dati sui Livelli essenziali di assistenza, che in Alto Adige “costano il 4,2% di tutta la spesa sanitaria. Tale spesa non va necessariamente tagliata, potrebbe essere un elemento qualificante del Servizio sanitario provinziale, soprattutto se lo confrontiamo con prestazioni e servizi non più aderenti alle nuove esigenze assistenziali, cioè ai LEA nazionali”. Ma per Capodaglio “i malati cronici in Alto Adige vengono assistiti troppo spesso in ospedale, invece di lasciare l’assistenza al territorio. E questo ha un costo maggiore. Inoltre i costi salgono più rapidamente del finanziamento”.

Nel dibattito che si é sviluppato intorno alla tavola rotonda è stato approfondito il tema della direzione futura che deve prendere l’assistenza sanitaria.

Giovanna Baraldi, medico e oggi Direttrice generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, ha sottolineato con forza che il fulcro dell’analisi non devono essere i costi, bensì il valore dell’assistenza prodotta. “Tutte le decisioni in questo settore presentano una forte componente etica. Il valore prodotto dai professionisti sanitari quando erogano le prestazioni non è misurabile attraverso i costi, bensì attraverso l’appropriatezza”.

Hubert Messner, Primario del Reparto di Neonatologia dell’Ospedale centrale di Bolzano e rappresentante del sindacato dei primari ANPO, ha sollecitato i medici ad affrontare questo tema in modo proattivo: “Noi clinici restiamo il primo riferimento per il paziente che ci pone domande e richiede risposte. Sono i medici a indirizzare le scelte assistenziali”, ha detto

Per Frank Blumtritt, Dirigente tecnico-assistenziale coordinatore del Comprensorio sanitario di Merano, in futuro sarà richiesta maggiore collaborazione, superando i confini dei reparti e delle professioni. Per questo, secondo Blumtritt, “meglio accorpare reparti e condividere le risorse invece di badare gelosamente al proprio orticello”.

Una posizione condivisa da Paolo Bordon, Direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trento, che ha sottolineato quanto l’area tecnica-assistenziale negli ultimi anni abbia fatto un grande passo avanti, permettendo “un approccio completamente nuovo per sviluppare processi innovativi”.

Per Domenico Mantoan, Direttore generale dell’Area salute e sociale della Regione Veneto, è possibile abbassare i costi e migliorare i processi: “Abbiamo percorso nuove strade in diversi ambiti – ha detto - abbiamo comparato e verificato dove sono i nostri punti di forza e di debolezza. Per aumentare l’efficienza e per abbassare i costi si è provveduto a centralizzare alcuni ambiti, come per esempio gli acquisti e i bandi per tutti 21 Aziende sanitarie, mentre altri ambiti sono stati decentralizzati, come l’assistenza sul posto a cura dei nuovi studi medici interdisciplinari”.

Adriano Lagostena, Direttore generale degli „Ospedali Galliera“ di Genova ha portato un esempio di come sia possibile attuare tagli non lineari dei costi, prendendo a riferimento la Chirurgia epatobiliopancreatica del suo ospedale. “Da alcuni anni l’analisi non si limita all’insieme dei ricoveri, bensì si spinge al dettaglio del singolo episodio di ricovero e dei fattori produttivi che determinano il relativo costo per singolo paziente. In questo modo si prendono in considerazione elementi quali la complessità dell’intervento, le compliance, si ripercorre il processo produttivo della degenza. L’analisi dei fattori produttivi impiegati consente di confrontare i dati di costo con lo standard, offerto dal Network Ni.San, e intervenire in maniera mirata: sulle risorse di personale medico e infermieristico, sulla spesa per farmaci e dispositivi, sulla sala operatoria o sulla terapia intensiva”. “Con questo metodo è possibile contenere i costi e a ogni paziente viene data l’assistenza di cui necessita”, spiega Lagostena.

Per Nello Martini, ex-Direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco AIFA e odierno Direttore generale di ‘Drugs & Health’ di Roma, “stiamo vivendo un’escalation nell’evoluzione dei costi, che tra pochi anni condurrà a situazioni di estrema tensione dei bilanci, se non si anticipa, predispone e governa il tutto con un management adatto. I farmaci innovativi, tra i quali quelli oncologici, evidenziano trend esplosivi in termini di crescita dei costi. L’importante è la ridefinizione del ruolo del medico per favorire un’assistenza appropriata. Aziende sanitarie con risorse economiche ridotte hanno identificato questo problema già da parecchio tempo, ma anche una provincia sostanzialmente ‘ricca’ come l’Alto Adige non deve trascurare questo impact per il futuro”. Lode invece al consumo di farmaci in generale, per il quale la provincia Autonoma di Bolzano è tra le best practice nel confronto con le altre regioni.

Per Markus Marsoner, Direttore della ripartizione aziendale Controllo di gestione, “in futuro non faremo più analisi solo sui centri di costo, bensí su gruppi di pazienti e di patologie. Importante per noi è che tutto sia documentato attraverso una raccolta di dati completa e corretta”. Che una rilevazione buona dei costi per prestazione abbia effetti positivi sui finanziamenti è dimostrato, secondo Marsoner, dal progetto costi standard dal 2007: “Solo tramite questa reportistica è stato possibile nel 2011 aumentare le tariffe provinciali dei ricoveri del 40%, incassando maggiori entrate per l’assistenza erogata a pazienti provenienti da fuori provincia. Per il monitoraggio sono stati utilizzati i dati della cartella clinica, delle prestazioni ambulatoriali, dei pronto soccorsi, delle ore lavorate e del materiale consumato”. Per questo è importante la collaborazione con i professionisti, soprattutto dell’area medica: “L’appropriatezza deve essere incentivata al massimo. Il paziente deve ricevere le prestazioni che gli servono e non quelle che ‘desidera’ e che lui stesso ‘ordina’ al medico”.

06 giugno 2016
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