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Trento. L’Apss compie 20 anni. Le nuove sfide: “Vicinanza ai cittadini, innovazione, sostenibilità e alleanze”

Aperte le celebrazioni per i 20 anni dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Rossi: “Dobbiamo continuare a conciliare qualità e scientificità con la capillarità e la vicinanza ai cittadini". Sulla sostenibilità, “l'Azienda ha dimostrato di saper spendere bene, coinvolgendo anche risorse private”. Le nuove alleanze necessarie anche per affrontare "le scommesse tecnologiche".

29 OTT - Politici, amministratori, tecnici, responsabili di ordini professionali e di associazioni: sono molte le persone intervenute all'auditorium della cooperazione per l'apertura della manifestazione organizzata in occasione dei 20 anni di storia dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, un percorso definito di "rivoluzione partecipata". Sul palco il direttore generale Luciano Flor, il governatore del trentino Ugo Rossi, l'assessore provinciale alla Salute Luca Zeni. Fra le sfide del futuro enunciate da Flor, rafforzamento delle competenze e sempre maggiore "umanizzazione" del rapporto medico-paziente, anche oltre i traguardi già raggiunti, innovazione tecnologica e informatica, capacità di lavorare assieme e di sviluppare sinergie dentro e fuori il territorio.

Secondo il presidente della Giunta Provinciale, Ugo Rossi "innanzitutto dobbiamo continuare a conciliare qualità delle prestazioni e scientificità delle decisioni con un’attenzione costante alla capillarità del servizio e alla vicinanza ai cittadini, alle comunità. C’è poi la sfida della sostenibilità. La nostra Azienda su questo terreno ha le carte in regola perché ha dimostrato di saper spendere bene le risorse assegnate e di saper coinvolgere anche risorse private, pur in un contesto di sanità di matrice pubblica”. Infine, il presidente della Giunta ha spiegato come si stia cercando di “approfondire relazioni e alleanze, a partire dalla provincia di Bolzano, ad esempio sulla protonterapia, ma anche su altre importanti scommesse tecnologiche che impongono logiche di sempre maggiore collaborazione”.

I 20 anni dell’Apss è, per il direttore generale dell’Apss, Luciano Flor, un evento “tutt'altro che scontato”, perché "siamo uno dei pochissimi esempi in Italia, per essere riusciti a trasformare in vent’anni 11 Unità sanitarie in un’unica azienda. Questo passaggio non è stato un’operazione semplice. Ma siamo diventati un modello, avendo conseguito delle innovazioni che altri stanno ancora perseguendo. Siamo partiti da un bilancio a piè di lista e siamo approdati ad un bilancio programmato, con tutte le certezze che questo comporta. Inoltre, abbiamo oggi almeno 6 valutazioni indipendenti, nazionali e internazionali, con dati pubblici, che certificano la qualità del nostro operato. E’, questo, un risultato collettivo, a cui tutti hanno contribuito”.

“In questi giorni – ha proseguito Flor -, anche con l’aiuto di autorevoli esperti, vogliamo approfondire la conoscenza dei nostri punti di forza e di debolezza, per continuare ad essere protagonisti del nostro futuro. Il primo campo attorno al quale organizzare le nostre riflessioni, è quello del personale, 8500 operatori. In questi anni è cambiato il modo di operare, di formarsi e di relazionarsi con il cittadino. Le sfide del futuro si chiamano competenza e umanizzazione. Dobbiamo reinterpretare il nostro modo di rapportarci fra noi e con i cittadini”.

Il secondo tema da affrontare, secondo il direttore generale dell’Apss, “è quello degli strumenti, della tecnologia, che viaggia ad una velocità impressionante. L’informatica sta cambiando la nostra vita. Bisogna andare in paesi come la Corea per capirlo. Ma introdurre il nuovo non basta, bisogna dismettere anche quanto abbiamo di vecchio, in termini di strumentazioni, di approcci, di pratiche. Noi siamo molto avanti. L’informatizzazione della ricetta medica ad esempio non ce l’ha quasi nessuno in Italia. Ma dobbiamo continuare ad innovare e ad aggiornarci. Infine dobbiamo sforzarci di lavorare con i nostri naturali ‘alleati’ e costruire alleanze. Le parole d’ordine devono essere fiducia, competenza, disponibilità al cambiamento”.

Per il Governatore Rossi - già assessore alla sanità nella precedente legislatura - è “doveroso” innanzitutto un “grazie, come cittadino prima che come presidente della Provincia. Come trentini possiamo essere orgogliosi di ciò che è stato fatto. Questo è un esempio straordinario, molto utile al nostro territorio, di attuazione di una legge che ha avuto aspetti di forte innovazione organizzativa ed insieme di ricerca della qualità, al servizio al cittadino. Il merito va a chi ha portato avanti questo processo nella sua fase iniziale e a chi poi lo ha portato avanti con convinzione. I vent’anni di azienda provinciale sono l’occasione anche per ribadire alcuni cardini del nostro sistema: innanzitutto la natura pubblica del servizio, offerto a tutti indistintamente, erogato da servizi e personale in gran parte pubblico, ma relazionandosi positivamente anche con il privato sia profit che non profit. L’altra caratteristica del nostro sistema è di avere i conti a posto. Accanto ai conti vi sono inoltre gli indici di qualità; il nostro servizio sanitario presenta livelli di prestazione aggiuntivi rispetto ad altre Regioni, e deve impegnarsi a sostenerli, perché questo è ciò che i cittadini si aspettano in una terra di Autonomia".

L'assessore alla Salute, Luca Zeni, ha infine ringraziato tutti coloro che si adoperano per il buon funzionamento della sanità trentina. "E' importante il ruolo della Provincia, è importante la governance, ma alla fine sono le persone che fanno la differenza, nell'assicurare quel diritto alla salute che è sancito dalla stessa Costituzione. Il contesto a sua volta è importante e fa la differenza. Ci sono molti cambiamenti in corso, dall'invecchiamento della popolazione alle problematiche economiche, che non possiamo ignorare”.

“Le partite che ci attendono, alcune nelle prossime settimane, sono diverse”, ha spiegato Zeni. Citando “anzitutto l'analisi e la comparazione con le politiche e le buone prassi realizzate altrove. L'organizzazione, intesa come un progressivo spostamento di risorse dall'apparato burocratico ai servizi, tema che interessa tutta l'amministrazione pubblica, dando la precedenza ai settori dove emergono maggiori priorità, comprese anche le case di riposo. Poi la rete dei servizi, quindi la sanità territoriale, la sicurezza, il sociale, con un occhio di riguardo alla specificità di un territorio alpino come il nostro. Il cittadino deve potere avere accesso ai migliori servizi, a volte vicino casa, a volte spostandosi. I passaggi devono essere ad un tempo organizzativi e culturali. La rete ospedaliera vedrà al centro l'hub del nuovo ospedale del Trentino. Ne abbiamo bisogno e dobbiamo farlo presto, al di là della collocazione dobbiamo agire velocemente. Il cuore del dibattito deve essere la tecnica sanitaria, non le problematiche urbanistiche”.

Infine, “ma non da ultimi”, Zeni ha citato i temi dell'integrazione socio-sanitaria, della ricerca, della formazione, della valutazione e dell'autovalutazione, della prevenzione. “A novembre presenteremo il Piano provinciale della salute, frutto di un lavoro molto partecipato. Su questo terreno possiamo pensare anche a percorsi innovativi, partendo dalla scuola. Noi oggi riserviamo una grande attenzione alla tecnologia, ed è fondamentale: ma se vogliamo recuperare la dimensione della salute nel suo complesso, dobbiamo riuscire a creare una sinergia positiva fra tutti i soggetti della società".
 

29 ottobre 2015
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